nulla di nascosto che non sia conosciuto
e venga in piena luce."
Lc 8, 16-18
By Marcello De Stefano
Come tutte le storie vere, il libro di Dragica Čepar* "Tracce di luce e di tenebre: il mio calvario nel Movimento dei focolari" ha il pregio di prenderti per mano e immergerti nelle vicende della protagonista e nelle tappe della sua esistenza.
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Il libro-testimonianza di Dragica Čepar squarcia il velo sulla gestione delle dinamiche abusive nell’ambito del movimento dei focolari. |
A questo punto la storia potrebbe interrompersi e la vita della protagonista prendere altre strade come probabilmente accaduto, magari in situazioni diverse, a tanti altri membri del Focolare. Ma non per Dragica. Alla domanda ‘Che fai ora? Ti sposi?’ rivoltale da una collega focolarina risponde d’istinto: ‘Assolutamente no. Io sono già sposata!’. Con determinazione difende fin da subito quella consacrazione a Dio fatta anni prima nella via comunitaria del Focolare. Da qui un interiore e convinto rifiuto di quel ‘divorzio’ che le veniva sentenziato a più riprese e con diverse proposte purché non facesse più parte di quella vita comunitaria che l’aveva attratta e per cui si sentiva chiamata.
A questo punto il racconto si fa affascinante perché, come in un ‘libro giallo’, la protagonista va alla ricerca del ‘movente’ e quindi dei motivi di quel provvedimento di ‘dimissioni’ emesso nei suoi confronti e anche del vero ‘autore’. Chi era stato a cacciarla fuori dalla porta? E perché? Come in un ‘libro giallo’ che si rispetti, la protagonista si fa ‘detective’ andando alla ricerca dei motivi di questi provvedimenti e anche alla loro fonte, non rassegnandosi davanti a motivazioni generiche ed equivoche. Cosa aveva fatto di tanto grave da dover essere messa alla porta di una comunità che le aveva spalancato le porte e da cui era stata per lungo tempo ritenuta idonea e fedele espressione?
E’ la sua una ricerca che dura anni e decenni. Ripetutamente Dragica bussa alla porta dei responsabili del Movimento, chiedendo spiegazioni e cercando un dialogo e soprattutto una riconciliazione. Le porte chiuse la spingono a rivolgersi ai vescovi del suo territorio e, tramite loro, direttamente alle stanze del Vaticano perché esaminassero la sua situazione di consacrata a cui oggi si può dare un nome ed una connotazione: ‘vittima di abusi’. In questo caso, abusi spirituali e di potere protrattisi nel tempo.
Nella vasta categoria di abusi in ambito ecclesiale la testimonianza di Dragica va al di là delle personali vicissitudini ed acquista un rilievo di grande importanza perché squarcia il velo in vari ambiti nei quali l’indagine e la ricerca dovrebbero opportunamente proseguire. Il primo dato che viene in evidenza è che la ‘vittima’ in questione non ha subìto vessazioni da un unico soggetto abusante. Ci si trova invece davanti a una ‘struttura abusante’ come risulta evidente dai vari soggetti in gioco, con diversi ruoli all’interno del ‘focolare’, tutti accomunati da identici modi di agire e di operare qualificabili come ‘abusanti’.
Vengono così ad essere chiamate in causa in primo luogo le modalità di governo della vita comunitaria all’interno del Movimento dei Focolari. Come vengono vissuti i rapporti all’interno di questa e di altre comunità? Come viene esercitata l’autorità che – secondo il dettato evangelico – è posta a servizio della comunità e dei suoi singoli membri? Sono domande che – supportate dalle vicende della protagonista - reclamano risposte e chiamano in causa anche il leader, in questo caso ‘la’ leader’ carismatica Chiara Lubich che non può non essere interpellata da queste domande che riguardano l’Opera da lei fondata.
Personalmente ho sempre conosciuto, di Chiara Lubich, i momenti pubblici, con la predicazione di alto profilo spirituale e la capacità di infiammare le folle. Occorrerebbe conoscere invece anche l’altro aspetto, quello sconosciuto, della vita quotidiana, ordinaria, con i metodi di gestione e di governo delle Opere da lei fondate, i modi educativi e operativi.
Il racconto di Dragica squarcia infatti il velo sulla vita interna, quella privata, ordinaria, della vita comunitaria del Focolare. Solo indagando sulle dinamiche reali e verificandone la conformità con il dettato evangelico è possibile far venire allo scoperto eventuali e possibili strutture abusive presenti al suo interno che riguarderebbero non più soltanto poche persone, le cosiddette ‘vittime’, ma tutti i suoi appartenenti perché diventa questione di tutta la comunità focolarina.
Lo è la questione degli ‘abusi spirituali’ come quella degli ‘abusi di potere’. Lo è anche la questione degli ‘abusi sessuali’ cui Dragica fa cenno riferendosi al suo periodo di formazione a Loppiano. Il modo con cui la questione è stata ‘silenziata’ e ‘liquidata’ – secondo la testimonianza dell’autrice – la dice lunga su un fenomeno che non può essere considerato marginale e limitato a poche persone ‘abusanti’.
Lungi da atteggiamenti rancorosi e sostenuta da una solida fede e dall’amore per la verità, l’autrice non esita a mettersi in discussione. ‘Vittima’ di abusi, si rende conto a un certo punto del suo percorso spirituale di avere esercitato anch’essa abusi di autorità e di potere nei confronti delle focolarine che le erano state affidate e alle quali non esita a chiedere perdono. È questo un momento fondamentale del suo cammino spirituale. Dopo avere ciecamente aderito all’ideale che l’aveva affascinata e a tutto quanto aveva imparato nel suo percorso formativo, avviene quella che lei definisce una ‘conversione’ spalancandosi per lei un cammino di liberazione da certi modi autoritari di esercitare il ruolo di ‘capo’.
Nel profondo del suo intimo si fa strada la convinzione che l’ideale evangelico dell’unità non può essere frutto di autoritarismo basato sulla convinzione che i responsabili esprimono la ‘volontà di Dio’ ai loro sottoposti, ma deve essere frutto di amore evangelico, servizio all’altro e soprattutto di libertà. È per lei un’esperienza spirituale che le procura gioia e non esita a condividere con le sue consorelle e i suoi responsabili ed anche, approfittando dell’occasione di un colloquio personale, con la leader del Movimento, Chiara Lubich, senza rendersi conto (perché lo scoprirà alla fine del ‘giallo’) che sarà proprio questa sua ‘conversione’ a creare dapprima un’ombra di sospetto nei suoi confronti fino a farle perdere poi quella fiducia e quella sintonia di vita di cui aveva goduto fino allora risultando infine non più ‘gradita’ e non più adatta alla vita di comunità.
Un epilogo che ancora una volta squarcia il velo su un aspetto subdolo nascosto nei fenomeni degli abusi e cioè la loro giustificazione sulla base di motivazioni spirituali. È noto che spesso gli abusi sessuali compiuti in ambito ecclesiale sono giustificati da una presunta somiglianza dell’intimità fisica con la vita intima della Trinità, cui si fa cenno anche nel libro in questione. Allo stesso modo abusi di potere vengono giustificati dal presunto ruolo dei responsabili di essere interpreti e detentori della volontà di Dio cui i seguaci devono sottostare.
Trattandosi non di singole persone che hanno male interpretato il proprio ruolo, ma di una dottrina radicata e diffusa sulla base della spiritualità del Movimento, è innegabile che si sia creato un ‘sistema abusante’ nel quale chiunque, come Dragica, entri a farne parte, viene pienamente coinvolto subendo abusi e diventando a sua volta abusatore. Un sistema sul quale dovrebbe concentrarsi l’indagine di chiunque si occupi di questa problematica divenuta di grande attualità. Come se non bastasse, suscita grandi perplessità il comportamento tenuto da esponenti degli organismi vaticani chiamati in causa per esaminare il ‘caso Dragica’.
Lasciamo al lettore trarre le proprie conclusioni sulla base della ricca documentazione presente nel libro che ne fa un testo credibile. Ma anche in questo ambito si squarcia un velo di una problematica non più e non solo interna al Movimento ma che investe la Chiesa in prima persona. Viene da chiedersi: come mai le testimonianze di vescovi non sono state prese in considerazione preferendo una soluzione ‘pilatesca’ della questione?
La testimonianza di Dragica - oltre che essere spiritualmente arricchente - risulta pertanto un prezioso vademecum offerto al Movimento dei Focolari e alla Chiesa perché coraggiosamente squarcino del tutto il velo sulle questioni degli abusi nei loro vari aspetti e sappiano sapientemente intervenire. Sapranno farne tesoro?
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* In attesa della pubblicazione in lingua italiana il libro testimonianza di Dragica Čepar è reperibile nella sua versione originale in lingua slovena. La redazione del Carapace e l'autore di questa recensione hanno potuto leggere la traduzione in italiano del manoscritto originale.
Dragica Čepar è un membro consacrato dell'Opera di Maria (Movimento dei Focolari). Nel libro Sledovi luči in teme, pubblicato dalla casa editrice Iskreni, ha raccontato la sua storia di vita, segnata dal dolore dell'esclusione dal Movimento. Nel libro dal sottotitolo "Il mio calvario nel Movimento dei Focolari", Dragica Čepar racconta come, da giovane, ha scoperto la chiamata alla vita consacrata ed è entrata con entusiasmo nel Movimento. Ha lavorato a Zagabria e Spalato. Da molti anni svolge il ruolo di traduttrice in vari eventi del Movimento. Durante lo scioglimento della Jugoslavia, si batté per il riconoscimento dell'indipendenza delle nazioni precedentemente unite in un'entità comune e per la traduzione nelle lingue nazionali, ricevendo però disapprovazione e persino schiaffi. Un altro ostacolo fu rappresentato dai suoi sforzi per adottare un modo meno autoritario di guidare la comunità. Il 10 settembre 2024 a Lubiana (Slovenia), durante una conferenza stampa avvenuta nella biblioteca di Prežihov Voranc a Vič, è stato presentato il libro di Dragica Čepar Sledovi Lui In Teme – Maja kalvarija v Gibanju fokolarov (Tracce di luce e di tenebre - Il mio calvario nel Movimento dei Focolari, edito dalla Casa editrice Iskreni), che raccoglie fatti e documenti per denunciare con grande coraggio gli abusi subiti dall’autrice durante il corso di una vita nella comunità di vita consacrata del Movimento dei Focolari1, denominato anche Opera di Maria. Durante la presentazione Dragica Čepar ha dichiarato in un'intervista con la giornalista italiana Federica Tourn, di aver scritto il libro perché sentiva che era giusto così, per amore della verità e della Chiesa. "Anche perché molti altri che si trovano in una situazione simile possano trovare luce qui. Per molto tempo ho pensato di essere l'unica a cui è successo questo", ha detto.
"Per il suo contenuto, il libro, nel quale si parla apertamente di abusi sistemici, non poteva non preoccupare il Movimento. Nei giorni precedenti all’evento, espressioni di protesta sono giunte all’editore da parte di membri che ne avevano visionato una sintesi e lo volevano leggere in anticipo, e la presentazione sembrava dunque preannunciarsi piuttosto tesa. Ma poi, evidentemente, i vertici del movimento hanno scelto un’altra strada: messaggi irenici di sostegno e preghiera sono pervenuti all’autrice proprio alla vigilia da parte dei due presidenti focolarini, Margaret Karram e Jesús Morán, invitati ma impossibilitati a essere presenti; ne è stata data lettura dalla stessa Dragica Čepar, incoraggiata in tal senso proprio dal responsabile locale maschile, Silvester Gaberšček, presente all’evento insieme alla controparte femminile, Marjeta Bobnar. Contestualmente, inoltre, ai membri focolarini sarebbe stato ordinato dall’alto di non partecipare alla presentazione: benché i focolari, i sacerdoti e il consiglio di zona fossero stati informati, all’appuntamento non si è presentato nessuno, nemmeno coloro che nei giorni precedenti avevano contestato il libro. La scarna delegazione focolarina era limitata ai due responsabili locali e a due fedelissimi. Conclusasi la presentazione, i responsabili sloveni del movimento hanno poi lasciato la sala senza intervenire in alcun modo e senza contattare l’autrice nei giorni seguenti. Sembra che anche numerosi giornalisti siano stati dissuasi dal partecipare: forte è l’influenza focolarina nei media cattolici sloveni." (Ludovica Eugenio - Adista Documenti n° 33 del 28/09/2024)
NO!!!!
RispondiEliminaNon sono ne foc ne ex e neanche simpatizzante..anche perché certi foc..ni/ne hanno fatto tutto ciò che potevano per non piacermi. Voglio solo dire che questo sistema non è stato abusante solo nei confronti degli interni ma si è spinto ben oltre, anche con quelli fuori..il concetto di combustibile per il mov. è stato applicato a chiunque..per soldi o per impegno..la sig. Dragica..dopo aver scoperto che stava anche lei abusando ha fatto la sua scelta..rimango e vado avanti da abusante..seguo la mia coscienza...cosa nel mov assai sgradita...punfete..non si preoccupi..lo hanno fatto pure a me...arripunfete
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