"Siate una famiglia"... disfunzionale!

Shameless famiglia disfunzionale

“Se diventiamo tutti come le nostre madri allora sono fregata, giusto?”
Debbie - Shameless*


By F.M.

Un mio amico una volta esclamò: "Ah quanto vorrei sdraiarmi al sole in questo prato!". Io che lo conosco bene so ancor meglio che in realtà gli sarebbe piaciuta solo l'idea di potersi sdraiare sul prato al sole, ma poi non avrebbe resistito nemmeno due minuti: gli avrebbe dato fastidio la luce troppo intensa, il ronzio degli insetti, la fobia che gli potessero andare addosso ecc...

A questo proposito recentemente in redazione abbiamo ascoltato dal canale YouTube del movimento di focolari, l'intervento della dott.ssa Buonaugurio (nome omen), il secondo video sul tema "La vita di unità: ricchezze e sfide"(1). E riflettendo sui contenuti mi sono ricordato proprio del mio amico e della differenza che intercorre tra l'idea che un qualcosa ci piaccia e la cruda realtà. 

Ai focolarini piacerebbe tanto "essere famiglia" e vivere rapporti in totale armonia sopratutto senza nessun conflitto. In questo loro desiderio emerge però uno dei
problemi chiave che affligge il movimento dei focolari: il confronto con la realtà. Di solito, diventando adulti e maturando, si impara a fare i conti con questa differenza esistenziale. Non è così per tutti evidentemente e talvolta lo è pure meno per i focolarini. La dott.ssa Buonaugurio nel suo intervento trasmette proprio la sensazione di rivolgersi ad un pubblico infantile a cui occorre spiegare l'ovvio e i costi della realtà, oltre che basilari regole di convivenza che non escludono pure un ripassino di buona educazione (che al 90% già basterebbe e avanzerebbe a risolvere i problemi focolarini). 

Anche lei, come suor Tiziana Merletti, intervenuta nel primo video (vedi link), non può dirsi immune dal bias focolarino essendo una interna del movimento. Ma le va riconosciuto il merito di aver chiamato per nome tante "cose", e questo è un ulteriore passo in avanti decisamente incoraggiante. Di seguito alcuni passaggi dell'intervento della dott.ssa Buonaugurio che, se messi in pratica, sarebbero il prodromo di una vera rivoluzione (1):

  • Nessuno è superiore o inferiore a un altro.
     
  • È possibile rifiutare ruoli imposti di superiorità o inferiorità e scegliere la parità.

  • Anche nei ruoli di leadership, c’è parità di valore e dignità: il ruolo non definisce la persona.

  • L’empatia non è fusione.

  • La manipolazione non è sempre esplicita. Spesso si presenta in modo sottile, ad esempio quando si dice "sentiti libero", ma in realtà si vuole che l’altro scelga ciò che vogliamo noi. Questo può generare senso di colpa o pressione emotiva.

  • La correzione fraterna va fatta in privato, con rispetto e attenzione alla dignità dell’altro.

  • Tutti abbiamo valore, portiamo diversità, e l’unità nasce proprio da questa diversità. L’uniformità, invece, è una negazione dell’identità.

  • Un rischio concreto è quello di centrarsi sul potere, imponendo la propria volontà o interpretando arbitrariamente la volontà di Dio.

  • Il rischio è ridurre ogni sofferenza a un “abbraccia Gesù abbandonato”, senza occuparsi concretamente del dolore.

  • La struttura gerarchica del Movimento non giustifica relazioni disfunzionali: il carisma si realizza nella corresponsabilità.
Da queste parole della psicologa Buonaugurio, un po' da tutto il "clima" di questo suo intervento e dalle domande a lei rivolte si percepisce comunque che il movimento dei focolari resta ancora afflitto da un'altra vecchia malattia, diretta conseguenza della differenza tra l'idea che qualcosa ci piacerebbe e la cruda realtà: i rapporti, le relazioni che si vivono nella prassi focolarina tra interni. Volete la riprova? Ce la dà l'attuale presidente stessa del movimento dei focolari Margaret Karram. Vi cito alcuni passaggi presi da due sue interviste:

"... La mia speranza, che ho accennato all'inizio, è che nel Movimento si possa vivere come in una famiglia, cioè mettere in pratica questo patrimonio di Chiara: "Siate una famiglia". Lo dico perché sento che in questo momento è di questo che abbiamo bisogno nel Movimento: relazionarci come fratelli e sorelle. ... In questo momento, quella che mi sembra una sfida per il Movimento – lasciatemelo dire – è la mancanza di cultura della fiducia. Lo dico con grande misericordia, ma sento che in questo momento una sfida per il Movimento è la presenza in qualche modo di una cultura del sospetto. E poi sento che dovremmo superare questa sfida, aumentando la carità tra tutti i membri dell'Opera, per far trionfare maggiormente la cultura della fiducia, della carità. ..." (2)

"Da mesi faccio questa domanda a me stessa. Mi sembra che dobbiamo ri-imparare ad avvicinarci alle persone, ri-imparare a guardare e trattare tutti come fratelli e sorelle. Sentivo che prima di tutto dovevo fare un esame di coscienza sull’atteggiamento mio. Le persone che avvicino ogni giorno, sono fratelli, sono sorelle per me? O sono indifferente verso di loro o addirittura li considero nemici? Mi sono fatta tante domande. Ho scoperto che alle volte voglio evitare una persona, perché forse mi darà fastidio o mi disturberà o mi vorrà dire delle cose difficili. ... Non siamo fatti in serie! Ognuno di noi è unico, con un carattere, una mentalità, una cultura, una vita e una storia diversi. Riconoscere e rispettare questo chiede di uscire dai nostri schemi mentali e personali. ... Alle volte è più facile trattare bene le persone esterne al Movimento e più difficile fra di noi che facciamo parte della stessa famiglia." (3)

Come quindi conferma anche la Karram, da un lato ai focolarini piacerebbe tanto l'idea di essere "famiglia", così come voleva Chiara Lubich, ma alla riprova dei fatti, talvolta, si vive un lento logorio di rapporti nocivi caratterizzati sovente da "relazioni disfunzionali" come ben evidenzia la dott.ssa Buonaugurio. Insomma una famiglia disfunzionale le cui caratteristiche principali includono difetti di comunicazione, conflitti irrisolti, ruoli rigidi, confini inesistenti o eccessivamente permeabili, ecc... Tali dinamiche creano circoli viziosi che si auto‐perpetuano, con conseguenze anche a lungo termine sullo sviluppo psico‐emotivo, sulla salute mentale e sulle relazioni di chi compone i vari gruppi e gruppetti delle tante branche del movimento, sopratutto nelle convivenze dei e delle consacrate in focolare.

Giorgio Marchetti meglio conosciuto come "Fede" (vedi link), medico e responsabile per molto tempo della branca dei focolarini, si chiedeva come fosse possibile che la stragrande maggioranza dei consacrati dovesse ricorrere a consultare l'aiuto di uno psicologo o psichiatra per ritrovare la salute e l'equilibrio nella vita di focolare. Dopo tutti questi anni capisco perché sopratutto quando vengo a sapere che quel tale ha dovuto cambiare focolare, quell'altro ha cambiato zona, ecc... Alla base di tutto questo disagio ci sono dei rapporti disfunzionali e, sospetto, dei presupposti sbagliati e nocivi in partenza che, ahimè risalgono all'impostazione e al pensiero della cara leader. Ecco alcune caratteristiche di una "famiglia" disfunzionale (vedi link):

Comunicazione inefficace

  • Scarsa chiarezza e ascolto: frequenti malintesi, assenza di confronto aperto e spazi per l’espressione emotiva.

  • Comunicazione aggressiva o passivo‐aggressiva.

Conflitti irrisolti

  • Tensioni costanti senza mediazione esterna.

  • Modelli di escalation: le discussioni tendono a degenerare rapidamente, spesso sfociando in comportamenti prevaricatori.

Abuso e negligenza

  • Abuso emotivo/fisico/psicologico: manipolazione, minacce, ridicolizzazione o violenza diretta

  • Negligenza affettiva: mancanza di supporto emotivo, affetto condizionato o assente.

Dipendenze e psicopatologie

  • Abuso di sostanze: alcol, droghe che aggravano le tensioni.

  • Disturbi psichiatrici non trattati: depressione, ansia, disturbi di personalità che influenzano l’intero sistema.


Non sembra anche a voi di ravvedere qualche somiglianzaL'organizzazione dei gruppi del movimento dei focolari, ad iniziare dalla vita consacrata sino alle branche giovanili, passando dalla miriadi delle altre branche e sottobranche, Gen, volontari, Famiglie Nuove, aderenti, simpatizzanti ecc... è sempre caratterizzata da un superiore che decide e stabilisce chi debba incontrarsi con chi.(4) Il tutto senza specificare bene le responsabilità e il più delle volte affidandosi alla buona volontà non sostenuta da una prudente e adeguata preparazione. 

È superficiale e pericoloso dire "siate una famiglia" presupponendo un "vogliamoci bene" indefinito e vago, proprio facendo riferimento al modello che invece presuppone sempre una gerarchia ben rigida e codificata. In psicologia questo si chiama "doppio legame", come altre volte abbiamo spiegato, e non presuppone nulla di buono. (vedi link)

Questa è l'impostazione che Chiara Lubich ha voluto per il suo movimento modellato sulla sua persona e esperienza. Ma c'è un "ma" su cui poco si riflette: tutti sono più o meno "costretti" ad incontrarsi con persone che non si sono scelte. Nei focolari a vita comune poi addirittura si vive assieme con tutti i problemi e idiosincrasie che ben conosciamo. Ma Chiara Lubich stessa le persone con cui vivere e condividere la sua vita se l'è scelte eccome. E questo comporta una differenza enorme. Se non ci riusciva lei com'è che poi ha impostato tutto così?

Che non sia ora, oltre a tutta la formazione che con coraggio e fatica si cerca di portare avanti, di ripensare la struttura del movimento in maniera nuova? Più libera e adulta? Il ruolo del "responsabile", "capo", "perno" ecc... a immagine e somiglianza di Chiara Lubich, alfa e omega, è ancora praticabile?

Se non si cambia, l'alternativa è quella di continuare a suonarsela e cantarsela nel più rassicurante "solo tra di noi" ma che, come bene abbiamo visto, può talvolta risultare disfunzionale e nocivo. Ma sopratutto occorre fare i conti con la realtà e non sempre l'idea di un qualcosa che ci piacerebbe si rivelerà nella pratica fattibile. Non è possibile "essere famiglia" a comando. Non si può sempre andare d'accordo con tutti e non è vero che si può amare tutti. È una pia illusione.

Non è detto che l'esperienza vissuta da Chiara Lubich con le sue prime compagne (tutte scelte una ad una) sia poi ripetibile e attuabile da chiunque nelle medesime forme e espressioni che l'hanno caratterizzata e nei modi e dinamiche con le quali poi è stata codificata (sugli statuti ci torneremo). 

Quello che purtroppo manca in questi due momenti di formazione, sia da parte di suor Tiziana Merletti che della dott.ssa Buonaugurio, è una "chiara" e netta presa di posizione rispetto a certi insegnamenti della Lubich che non sono solo stati fraintesi e male interpretati ma già in nuce recavano dei vizi di forma. Forse alla fine ha davvero ragione il focolarino sacerdote Piero Coda che invita a "ripensare il pensiero": e se si cominciasse proprio da quello della Lubich? 



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*Shameless serie TV molto utile per capire la differenza tra ideale e realtà. Non adatta ad un pubblico di minori. 

1 "La vita di unità: ricchezze e sfide" - Cristina Buonaugurio psicologa. (vedi link). Abbiamo preparato una trascrizione realizzata con l'intelligenza artificiale (vedi link) per chi volesse approfondire.

2 Estratti dall'intervista della Presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram ad Aurora Nicosia di Città Nuova, 5 febbraio 2021 (vedi link)

3 Intervista a Margaret Karram, Presidente dei Focolari, realizzata da Peter Forst per la rivista Neue Stadt sul tema che quest’anno viene approfondito e vissuto dai Focolari: la prossimità. Neu Stadt

Era così ai miei tempi. Ora ogni due per tre qualcuno ci tiene a farmi sapere che "adesso non è più come prima, è tutto diverso..." salvo poi rendersi conto appunto che le malattie da curare sono sempre le stesse di 15 anni fa.

Commenti

  1. Accidenti..la pres., le due psicologhe, oggi dicono quello che io dicevo 50 anni fa e loro mi dicevano...fosse sbagliato..nel mov si è cozzato per 50 anni contro un muro..oggi hanno scoperto che esistono..le porte..ma per tutto questo tempo lo hanno fatto facendo danni a mig. di persone..io compreso G.de S. Ps. badate bene che per ora sono ancora solo --chiacchere-- quando devono fare sono sempre le stesse di prima..io non uso più le orecchie...uso gli occhi

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  2. Conoscete quel proverbio che dice..se uno fa del male siedi sulla riva del fiume e aspetta, vedrai il suo cadavere portato dalla corrente..ecco..purtroppo il mov sta scendendo con la corrente del fiume..l'idea del mov..per carità, non era sbagliata..l'idea..peccato che da -subito- lei sia buttata in un narcisismo possessivo...controllo sugli altri, predominio..e via..seguito a ruota da chi seguiva..cosa poteva andare storto..tutto..è stata buttata via l'umiltà, ha preso il posto la superbia..pensavate che Gesù avrebbe continuato ad aiutare il mov..quando questo si è messo a fare l'esatto contrario di quanto predicava..e fa OGGI ancora il contrario..cosè che ha detto...a si..via da me..lupi in veste di agnello.Tuttavia..le foc sono covinte, strasicure che Gesù parlava di altri..non di loro

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  3. Un 55 anni fa delle foc fecero uno spettacolo nel mio paese..all'entrata e all'uscita parecchie persone gli chiesero se fossero quelli di w. la gente..piccate risposero che loro con quelli non avevano nulla da spartire no comment

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  4. Egr. Foc/ni/ne, anni fa nel mov bisognava --assolutamente---rispettare determinate regole..ne andava dello stesso mov. Oggi..le stesse persone che si strappavano le vesti..fanno l'esatto opposto..anni fa era giusto..oggi non sbagliano. Pure i tdg no alle trasfusioni...ma se a crepare sono io...bè allora..se pò vedè..anche nel mov esiste questo modo di fare..la legge..per i nemici si applica per gli amici si interpreta

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