La profezia

“L’altruismo è la maschera dorata dell’egoismo e del narcisismo, nient’altro che un'anomala gratificazione.” Lorenzo Licalzi

Coming out focolarino?

 

Coming out focolarino


"Preferisco essere sincero con me stesso, 
anche a rischio di incorrere nel ridicolo con gli altri, 
piuttosto che essere falso, 
e incorrere nel mio stesso disgusto."

Frederick Douglass



By E.F.

Aridaje, i focolarini, questa volta per voce del quotidiano Avvenire (vedi link), ci vogliono ricordare del loro impegno e abnegazione nei confronti delle povere famiglie che si ritrovano, loro malgrado, ad avere dei figli che prendono coscienza del proprio orientamento omosessuale o si interrogano sulla propria identità di genere "non conforme". Non conforme? State scherzando vero? Non conforme a cosa, a chi? 

"Nessuno solo" (vedi link) iniziativa di Famiglie Nuove è il nome del percorso avviato dal movimento dei focolari per accompagnare i ragazzi con orientamento "non conforme". Un’esigenza emersa qualche anno fa dai genitori del movimento che, non senza disagio evidentemente, si domandano "come stare meglio insieme ai giovani ("non conformi")."  Stare meglio insieme ai giovani? Imbarazzante. Tutto l’articolo è un esercizio di cerchiobottismo seminato di queste perle, un equilibrismo da vera e propria arrampicata sugli specchi. 

Quindi ricapitolando: il movimento dei focolari si prende cura di coppie eterosessuali il cui problema è avere figli LGBTQ. La prima domanda che ci si pone basiti è: ma dov'è il problema? Ma sopratutto, perché é un problema? Oggi nel 2023? Addirittura è necessario un "accompagnamento speciale"? Le uniche persone oggetto di tanta carità e abnegazione da parte dei focolarini sono i figli e figlie LGBTQ di membri del movimento. Non si parla di altre persone LGBTQ aderenti al movimento. Come se non avessero infiniti problemi a militare in una struttura che, a conti fatti, non li accetta per quello che sono. Fa quanto meno riflettere. 

Un aspetto inquietante, poi, di questo accompagnamento è che prevede la presenza e l'aiuto di un sacerdote e di uno psicologo. Ma siamo davvero sicuri che ce ne sia bisogno? Come a voler sottolineare che la scienza va piegata alla fede. Oltretutto questo dimostra la necessità del controllo della realtà affettivo-sessuale, come se si trattasse di un fenomeno da ordinare o incasellare. L’ambiguità poi, vorremmo far notare, è quella di un’apertura che non trova spazio alcuno a livello della chiesa cattolica che, ricordiamo per coloro si fossero messi in ascolto solo ora, ha un catechismo ancora attuale e non rettificato. Infatti affronta il tema dell’omosessualità (quindi solo una infinitesima parte del ben più ampio tema LGBTQ) con queste testuali parole:

"...appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.*

Capito? In nessun caso! Non c'è appello. Quindi come si pone il movimento dei focolari nei confronti della chiesa e di questa chiusura totale e insindacabile? A questo proposito vorremmo far notare che qualche giorno fa, il 17 maggio, in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia, il movimento dei focolari non ha ha rilasciato nessuna dichiarazione, non ha preso posizione e non si è quindi schierato a favore della comunità LGBTQ. Quindi alla riprova dei fatti, perché poi sono questi che contano, ci chiediamo dov'è tutta questa apertura e comprensione? Aiutateci poi a decifrare il famoso linguaggio focolarino perché veramente si fa fatica a capire:

"Incontro dopo incontro, sono emerse le opportunità derivanti dal confronto e dalla condivisione, gli spazi di comunione, le possibili risposte per andare incontro a chi vive in famiglia la presenza di un figlio o di una figlia lgbt, la bellezza dello scambio di esperienze, i comportamenti virtuosi o gli errori da evitare, le modalità non sempre agevoli e immediate per applicare l’ideale dell’unità alle situazioni concrete vissute."

È un modo di esprimersi davvero schizofrenico che smaschera il disagio, lo stigma, la vergogna. Dove è l'amore quando si dice "andare incontro a chi vive in famiglia la presenza di un figlio o di una figlia lgbt". La presenza? Manco fossero extraterrestri. Sono figli vostri. Se non gli volete bene voi chi dovrebbe farlo al posto vostro? Cosa significa poi "applicare l’ideale dell’unità" alle situazioni concrete vissute? 

Facciamo così focolarini e focolarine, tanto é un segreto di pulcinella e sappiamo bene che tra le vostre fila tanti vivono di nascosto il proprio orientamento omosessuale o si interrogano sulla propria identità di genere "non conforme", come dite voi. Vi suggeriamo allora delle parole più semplici e chiare. Forse vi ricorderete di Klaus Wowereit, primo cittadino di Berlino dal 2001 al 2014. Poco prima della nomina a sindaco, rivelò pubblicamente di essere omosessuale con queste parole chiare e semplici: "Sono omosessuale, e va bene così!". 

Se tanti di voi che probabilmente vivono il proprio orientamento sessuale di nascosto facessero un bel coming out pubblico, assumendosi la responsabilità in prima persona, questo sì che aiuterebbe a togliere di mezzo una volta per tutte lo stigma che tanti vivono per non sentirsi accettati per quello che si è, sia in famiglia che fuori. Coraggio allora!

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*Parte terza, la vita in cristo, sezione seconda, i dieci comandamenti, capitolo secondo, «amerai il prossimo tuo come te stesso», articolo 6, il sesto comandamento, punto 2357 – 2359 

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