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più grandi le probabilità che venga creduta.”
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By F.M

Commissione “Indipendente” dei Focolari: indipendente da chi?

Il 16 ottobre è stato presentato il secondo Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure della Chiesa per la Tutela, della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori.(1) Il documento propone misure riparative contro gli abusi e presenta un vademecum con indicazioni per un “ascolto informato” e per il sostegno economico, psicologico e spirituale alle vittime. Evidenziata la necessità di una comunicazione più trasparente, di assunzioni pubbliche di responsabilità da parte della Chiesa e di uno snellimento dei meccanismi di denuncia.

La Sezione 4 del documento è dedicata all’analisi delle varie dimensioni della Chiesa nella società, mettendo in luce le realtà che promuovono i diritti dei minori e degli adulti vulnerabili.(2) L’edizione di quest’anno presenta una metodologia pilota, applicata all’associazione laicale Opera di Maria – Movimento dei Focolari. La Commissione accoglie con favore le riforme recentemente adottate dai focolarini, come: l’istituzione di una Commissione centrale indipendente per la gestione dei casi di abuso.

E qui emerge la contraddizione. Questo elogio, a nostro avviso, appare eccessivo e non tiene conto delle criticità interne al sistema di governance del Movimento, che emergono chiaramente alla lettura dello statuto della cosiddetta ‘Commissione indipendente’.(3)

Nel “Regolamento della Commissione Centrale Indipendente per la gestione dei casi di abuso sulla persona nel Movimento dei Focolari”, approvato nel giugno 2025, si legge nel Preambolo, al punto b:

“La Commissione è autonoma e indipendente da ogni organo di governo del MdF.”

Una formulazione che, a prima vista, intende rassicurare vittime, membri e opinione pubblica circa l’imparzialità dell’organismo chiamato a gestire i casi di abuso. Tuttavia, basta proseguire la lettura per accorgersi di una contraddizione sostanziale che mina alle fondamenta questa dichiarata indipendenza.

Alla Parte II, punto "f", lo stesso regolamento stabilisce che:
“Tutti i membri della Commissione sono nominati dalla Presidente del Movimento dei focolari...”

E poco dopo, al punto "i", si aggiunge che la Presidente può revocare l’incarico in qualsiasi momento per motivi gravi. Dunque, la persona che guida il Movimento — cioè l’organo di vertice del governo del MdF — mantiene pieno controllo sulla composizione della Commissione, decidendo chi può farne parte e chi no. Non solo: la Commissione è tenuta a inviare resoconti periodici e bilanci alla stessa Presidente, alla quale resta formalmente subordinata.

Siamo quindi di fronte a una contraddizione strutturale: un organo che viene definito “autonomo e indipendente” nei principi fondativi, ma che in pratica dipende integralmente dalle nomine, dalle conferme e dalle eventuali revoche della leadership del Movimento. In altre parole, l’indipendenza è solo dichiarata sul piano formale, ma non garantita sul piano sostanziale o procedurale. In un sistema davvero indipendente — come avviene in altre organizzazioni religiose o civili — le nomine dovrebbero avvenire tramite:

- un ente terzo, o

- una procedura di co-nomina tra organi diversi, o

- un meccanismo interno di autoselezione e cooptazione della Commissione stessa, eventualmente con ratifica esterna solo formale.

Qui, invece, la Presidente del Movimento dei focolari:

- nomina tutti i membri (punto f),

- riceve le loro relazioni e bilanci (Parte IV, k-n),

- può revocarli (punto i),

e viene costantemente informata sull’attività della Commissione (Parte III, b.V). Quindi, la “Commissione Centrale Indipendente” non è tale in senso sostanziale: è un organo “interno” al Movimento, sottoposto alla sua governance, e la parola indipendente sembra avere un valore più simbolico o reputazionale che giuridico.

Nel linguaggio giuridico e istituzionale, un organismo è indipendente solo se la sua composizione non è decisa — o comunque non può essere modificata — da chi potrebbe avere un interesse diretto negli esiti delle sue decisioni. Nel caso del Movimento dei Focolari, la Presidente rappresenta l’organo di governo più alto, mentre la Commissione dovrebbe essere un organo di garanzia e di tutela, soprattutto per le vittime.

Il risultato è un paradosso: una Commissione “Indipendente” solo di nome, creata e gestita dal medesimo potere da cui dovrebbe essere indipendente. Il rischio, evidente, è quello di una indipendenza apparente, costruita più per rispondere a esigenze di immagine e di credibilità esterna che per assicurare una reale separazione dei poteri.

In un contesto in cui si parla di abusi e di tutela delle persone, le parole “autonomia” e “indipendenza” non possono essere usate come etichette comunicative, ma devono tradursi in garanzie effettive, verificabili e strutturali. Altrimenti, l’istituzione di questa Commissione rischia di diventare non uno strumento di giustizia, ma un esercizio di autoreferenzialità travestito da riforma.

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