La profezia

“L’altruismo è la maschera dorata dell’egoismo e del narcisismo, nient’altro che un'anomala gratificazione.” Lorenzo Licalzi

Tra moglie e marito...

Torta nuziale

“Non è che sono contrario al matrimonio;
però mi pare che un uomo ed una donna
siano le persone meno adatte a sposarsi:
figurarsi poi a consacrarsi in focolare”

Massimo Troisi (feat. Inciampo)

A proprosito di megalomania (vedi link) Chiara, bisogna riconoscerglielo, ha sempre inventato una vocazione per tutti, anche dove vocazioni non c'erano e la Chiesa ancora non le prevedeva (e con ragione). Certo poi ha esagerato e la cosa le è sfuggita decisamente di mano, basti pensare ai focolarini sposati, vocazione nata per dare un "senso" a Igino Giordani, detto "Foco", allora già sposato, purtroppo per lui e per la sua povera signora, e quindi impossibilitato ad  essere ed ambire alla perfezione di cui credevano di godere i consacrati. Insomma un gran pasticcio che metà sarebbe bastato.

Nel momento in cui si dichiara che uno stato sia più "perfetto" di un altro, automaticamente si creano delle disuguaglianze, un sistema di privilegi e caste, un ambiente gnostico. Chiara da questo punto di vista, suo malgrado, ha contribuito a creare ed alimentare queste dinamiche che assicuravano a chi si fosse addentrato sempre più profondamente nella spiritualità, di ricevere primizie e segreti (come il paradiso del '49). 

I focolarini sposati e le focolarine sposate, "lo spieghiamo per coloro si fossero messi in ascolto solo ora", come dice il nome, sono persone sposate, che però vorrebbero vivere e partecipare dello stato di perfezione che caratterizza i consacrati e le consacrate a vita comune, che lasciano tutto per seguire Dio e spendersi per l'umanità sofferente, o almeno così credono. 

Quindi in un focolare dove vivono i consacrati - noi adolescenti per ridere un po' usavamo la dicitura "a vita comune mezzo gaudio", ignari che poi davvero di questo gaudio poco se ne sarebbe visto, ahimè - si aggiungono estemporaneamente anche gli sposati che in qualche modo ne condividono la vita e il governo del movimento dei focolari. La cosa é però decisamente sfuggita di mano perché non é raro trovare un focolare di 4 consacrati cui si aggiungono 25 sposati. (é solo un esempio e i numeri possono essere talvolta anche più ingombranti, sopratutto nei focolari femminili) 

Per cui tutta la dinamica della vita di comunità, come incontri, ritiri, formazione ecc... risente di questi numeri e crea non poche difficoltà. Se fosse dipeso da me il 97% dei focolarini sposati con cui ho avuto a che fare li avrei degradati al "livello inferiore di perfezione" cui erano costretti, loro malgrado i volontari. Perché tanto non si vedeva ad occhio nudo nessuna differenza apprezzabile, anzi. I Focolarini sposati infatti, come quelli a "vita comune" sarebbero tenuti a vivere casti, poveri e obbedienti. Dovrebbero poi essere disponibili, qualora fosse necessario, a lasciare tutto, per trasferirsi in un punto "x" del globo terraqueo, ai servizi del movimento dei focolari.  Di questi eroi ce ne sono stati per carità, ma ben presto col tempo, tutta questa generosità e prontezza per il regno dei cieli é rimasta sulla carta. A che pro quindi? Che necessità c'é di ingolfare i focolari? C'entra la vanità, la brama di perfezione, lo status symbol, il brand per dirla in termini moderni. 

Non entriamo poi nel merito della questione "sacramento del matrimonio" dove, nel caso dei focolarini sposati si dovrebbe aggiungere una consacrazione, i voti di povertà, castità (quindi la decisione di vivere come fratelli e sorelle) e l'obbedienza. Appunto l'obbedienza ai rispettivi capi focolari, lui il suo capetto, lei la sua capetta. Con tutte le dinamiche complicate, storte e grottesche che ne derivano appunto per aver messo il "dito" tra moglie e marito. Cosa mai sarebbe potuto andare storto?

L'aspetto gravissimo di questa vicenda, e ci sarebbero migliaia di testimoni che potrebbero dirlo meglio di me, sono poi i poveri figli di questa costellazione complicata, nata dalla fantasia della Lubich, che non era appunto sposata, non aveva prole, ergo non aveva la minima idea di cosa avrebbe provocato con queste sue manie di fondazione. (in questo blog combustibilefoc.blogspot.com troverete tanto materiale a questo proposito)

La spiritualità focolarina dovrebbe essere uguale per tutti, accessibile a tutti e vivibile da tutti. Sarebbe questo in definitiva lo scopo per cui é nata. Perché invece complicare tutto? Si fa davvero fatica a capire il senso di questa mega struttura, i suoi costi sia umano- che pratici e il peso che ricade sui consacrati. Possibile che la Chiesa e la sua millenaria esperienza non abbiano nulla da ridire a riguardo?

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Commenti

  1. La mania della Lubich è sempre la stessa:piegare ogni ambito umano per sottometterlo alla logica del "carisma". Il guaio è che, nel caso dei foc sposati, si è andati oltre calpestando una aggregazione sociale che ha visto alti e bassi ma che ha sempre rappresentato un punto di vista particolare di cultura basilare o di base.La Lubich e il Giordani hanno fatto di peggio: hanno messo il piede, mani e braccia in una struttura che per la chiesa cattolica è un sacramento e se ne sono impossessati per creare una longa manus del focolare, scombinatondone le relazioni ed i contrappesi, calpestando la stessa Dottrina che loro dicevano di seguire e andando sopra i ministri del sacramento:gli sposi. Una struttura sopra un'altra struttura confessionale. Un obbrobrio al quadrato. E dove ci sono stati, i figli ne hanno pagato spesso lo scotto pesante.

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    1. Scusa, ho visto questo commento solo oggi, 3 generazioni e i risultati sono ancora sotto il mio naso, i danni di tutto questo li sto pagando io per la 2 gen altre per la 3..confermo comunque i danni ai figli...ne sto pagando le conseguenze io, è orrendo non TENTANO neanche di pensare ,oggi a quasi 70 anni per qualunque decisione devono SEMPRE prima chiedere in foc, POPO PER SEMPRE

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