The Impossible World

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Manipolazione

Manipolazione

“Per fare del male occorre prima di tutto
credere che ciò che si sta facendo sia bene.”
Aleksandr Solzhenitsyn



by G.P.

L'accompagnamento spirituale all’interno del movimento dei focolari risente della gravissima carenza nella gestione e distinzione tra foro interno ed esterno. Questa imprescindibile distinzione rappresenterebbe, se fosse applicata a dovere, una protezione necessaria contro le manipolazioni e il potere di chicchessia evitando che si spalanchi la porta agli abusi di ogni ordine e grado. Il foro esterno riguarda tutto quello che facciamo nei confronti degli altri di cui dobbiamo rendere conto perché responsabili in prima persona. Il foro interno, invece, riguarda la nostra vita privata, quella più intima che si condivide liberamente con un accompagnatore spirituale, a volte con un confessore, ma comunque sotto il sigillo assoluto della riservatezza, e non può essere comunicato a terzi senza il nostro consenso. Non dovrebbe quindi mai accadere che queste dimensioni, interna ed esterna, siano gestite da un’unica persona.

La spiritualità focolarina va invece in direzione opposta con una confusione e pressappochismo preoccupanti e affida ad un’unica persona, il responsabile di turno, il compito di gestire contemporaneamente queste due dimensioni dell’accompagnamento spirituale e aggirarsi come un elefante in un negozio di cristalli, nel sacrario delle anime che ha affidate. 

È purtroppo una stortura da imputare alla Lubich: chiunque abbia infatti ricoperto dei ruoli di responsabilità nel governo del movimento dei focolari soprattutto nell’ambito dei consacrati, è sempre dovuto essere una eco fedele e acritica di Chiara, l’alfa e l’omega cui tutto doveva sorgere e fare ritorno, secondo l'impostazione generativo-trinitaria dove il responsabile è “Dio Padre” e gli altri invece sono “il figlio”. Cortocircuito semantico che permette a chi comanda, sentendosi e facendo le veci del padre eterno, di stabilire il buono e cattivo tempo per i suoi confratelli cui è richiesto l’annullamento massimo sino alla "morte di croce", come modello di obbedienza e sottomissione, non certo un rapporto fra pari. Nei focolari femminili si arriva poi al parossismo perché la responsabile, suo malgrado, riassume in sé il ruolo di Chiara, quello di “madre” e quello di Padre trinitario. Insomma un pasticcio che metà basterebbe.

Padre Jean-Marie Hennaux, teologo gesuita, in un suo studio sugli scritti di Chiara Lubich (vedi link) ha denunciato molto bene questa deriva trinitaria e messo in guardia dalle diverse applicazioni pratiche che possono essere diretta conseguenza di abusi morali, psicologici o anche altro. Chi volesse approfondire può leggersi inoltre questa lucida analisi di Padre Ignace Berten (vedi link) che mette bene in luce come già negli appunti dei discorsi che Chiara Lubich teneva nel ’46 in “sala massaia” alle terziarie francescane, di cui faceva parte assieme alle prime focolarine, ci sono i prodromi di quello che diverrà un vero e proprio “metodo” del fare unità, ovvero la richiesta di annullare la personalità come prerequisito per “avere Gesù in Mezzo”. Due esempi inequivocabili:


“L'Unità esige anime pronte
a perdere la propria personalità,
tutta la propria personalità.”

“Non c’è Unità se non là dove
non esiste più personalità.” (1)


Ma pur con simili premesse gli abusi spirituali e psicologici che nascano da questa impostazione sono molto difficili da dimostrare e per questo motivo ancora più gravi. Non siamo infatti in presenza di un abusatore cosciente (salvo i casi più eclatanti), piuttosto di una situazione che si è venuta a creare dove la persona è vittima di un’ideologia-spiritualità e del gruppo che se ne fa portatore.

Esistono forme di violenza che agiscono in modo sottile, nascosto, velato, e che come un tarlo scavano nella psiche della persona che ne è vittima, provocando in lei profonde ferite psicologiche. In questo caso la richiesta di annullare la propria personalità può rischiare di configurarsi come una forma molto subdola di manipolazione.

L’universo ultimamente gioca dalla nostra parte e la parola più cercata nel 2022 è stata "gaslighting": la manipolazione che annebbia la mente detta talvolta anche “morte per mille tagli”. (2) È una subdola pressione psicologica (vedi link) che piano piano ci rende insicuri, fragili e dipendenti. 

Si tratta di una manipolazione psicologica che si realizza soprattutto sul piano comunicativo in quelle relazioni caratterizzate da un disequilibrio tra le parti. E questo disequilibrio, come abbiamo visto, nella prassi focolarina c'è tutto. Basti pensare all’impianto che la Lubich ha dato alla sua opera, cioè al sopra citato modello trinitario dove il responsabile gioca a fare il padre eterno a scapito dei suoi “figli” chiamati ad annullarsi completamente per farsi da lui generare. C'è pure l’aspetto comunicativo del linguaggio che nel caso della sprititualitá focolarina è zeppo di “doppio legame” cioè quella situazione, che si viene a creare quando si é in presenza di una incongruenza tra la comunicazione verbale, quello che viene detto a voce, con quella non verbale fatta di gesti, di atteggiamenti, di postura e di tono di voce, a tal punto che il ricevente del messaggio rimane bloccato in una dinamica relazionale ambigua e paradossale. (ne abbiamo già parlato qua)

Il Gaslighting è quindi una manipolazione considerata un abuso psicologico a tutti gli effetti ai danni di una persona, di solito per un lungo periodo di tempo che induce la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri pensieri, percezione della realtà o ricordi e in genere porta a confusione, perdita di fiducia e autostima, incertezza della propria stabilità emotiva o mentale e dipendenza dall’abusatore o dalla situazione abusante. È un processo lento, perché reiterato e dosato in gocce ed è proprio questo modo di procedere che finisce per corrodere la stabilità mentale di chi lo subisce. È il principio della rana bollita del filosofo americano Noam Chomsky, usato per descrivere coloro che finiscono per accettare passivamente le vessazioni senza rendersene conto. 

La vittima si convince che quanto gli viene detto dai suoi responsabili corrisponde alla realtà. Diventa insicura, vulnerabile, dipendente. Non ha più certezza delle sue valutazioni, dei suoi giudizi, delle percezioni interne ed esterne e della sua capacità di percepire la realtà. Anche il ricordo del proprio vissuto personale si affievolisce, diventa sbiadito, gettando la persona nella sensazione di essere sbagliata, inadeguata. La persona oggetto di questo grave abuso emozionale e psicologico finirà per giustificare il suo manipolatore (la situazione o il gruppo manipolante), ne cercherà l’approvazione, lo idealizzerà e verrà confinata ad uno stato in cui spesso sperimenta il senso di colpa per avere sbagliato. La sua autostima così si sgretola come un castello di sabbia. 

Ma d'altronde se si chiede a una persona di rinunciare alla sua personalità per annullarsi e farsi generare dal proprio responsabile che ha il potere di mediare e interpretare la volontà di Dio, cosa mai potrà andare storto? Se poi questa richiesta si verifica nell'ambito della consacrazione si può ben intuire le ricadute negative cui si va incontro. Per difendersi da questo comportamento manipolatorio è utile conoscerlo, comprendere le strategie e i processi di cui si avvale e nel caso della spiritualità focolarina, capire e riconoscere dove sia presente. Ed é per questo che abbiamo deciso di parlarne.

La condizione posta da Chiara per far sì che ci sia unità, cioè sperimentare la presenza di Gesù fra le anime, è la volontaria rinuncia alla propria personalità. Ma la promessa di Gesù - Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro (Mt 18,15-20) - non prevede la rinuncia alla propria individualità e tanto meno personalità. È piuttosto un’invenzione della Lubich su cui la Chiesa non ha vigilato abbastanza e ha chiuso tutte e due gli occhi. Per Chiara la cartina tornasole della presenza di Dio fra le anime era l’unità di pensiero, cioè che tutti pensassero come lei. Chiedere di rinuncia alla propria personalità è un invito manipolatorio che trova nella prassi della vita di ogni giorno nelle comunità dei focolari tanti modi di venire messa in pratica, soprattutto nel rapporto con l’autorità del responsabile. Sarebbe troppo complesso elencare e sviscerare tutti gli addentellati di questo tipo di manipolazione e smascherarli nella prassi focolarina. Ciascuno che per un periodo abbia avuto la possibilità di vivere dentro questa realtà troverà mille esempi. Proviamo ad elencarne alcuni, ben sapendo che per chi non é stato "interno" nel movimento sarà come leggere geroglifici:

I rimproveri sugli “attaccamenti”, la pratica “dell’ora della verità”, soprattutto nell’abuso dei cosiddetti “purgatori”, l’ammonimento “all’uomo vecchio”, il “sentire” o interrompere “il sentire” rivolto a qualcuno per fargli capire che sta sbagliando, “la tensione alla santità”, il “far calare l’aria”, tutte le frasi fatte tipo “sono pronto a dar la vita per te”, “teniamo Gesù in mezzo”, “fammi unità”, ecc… 

Ciascuno di questi temi andrebbe affrontato prima in un thesaurus per essere spiegato soprattutto a chi dal di fuori vede solo i sorrisi focolarini, poi andrebbero analizzati e studiati da un punto di vista clinico-psicologico per capire se ci sia manipolazione, nel qual caso denunciarla e eventualmente correggere una prassi che la favorisca. Saprà la Chiesa raccogliere questa sfida?

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1) Dagli scritti di Chiara Lubich - 2 dicembre 1946 (« L’Unità), citato anche a pag 67 del libro « Gesù in mezzo nel pensiero di Chiara Lubich » di Judith Maria Povilus – ed. Città Nuova.

2) Il termine risale a un dramma teatrale dal titolo Gas Light (1938), poi diventato un film di George Cukor: un marito — Charles Boyer — è il re dei manipolatori, e fa credere alla moglie — Ingrid Bergman — che quello che lei dice, o crede, è generalmente falso. A cominciare dalle luci a gas della loro casa: lei ritiene che si stiano affievolendo (si stanno affievolendo) e lui la mette continuamente in questione, fino a farle credere di essere pazza.

Commenti

  1. Tutti voi conoscete la parabola del buon pastore naturalmente!!! Infatti nel movimento non appena uno/a esce dallo stesso tutte fanno finta di non conoscere più la focolarina!! Lo dico e lo confermo per averlo visto pure io e in più occasioni. Qualunque allontanamento di chiunque quindi è in netto contrasto con ciò che si va strombazzando e a ciò che ha detto Gesù. Tuttavia a c.l. non importava ne della pecorella smarrita (uscita) ne delle altre 99 a lei interessava solo ciò che pensava lei e tenere in piedi ed ampliare l'ovile, alla faccia del buon pastore!!!!! Voto di povertà: ciò che non si può comprare agli inizi per obbligo e mancanza di soldi per poi, non appena si giunge a livelli superiori, pretendere solo il meglio e il più costoso.Non pretendo la povertà di S. Francesco ma tutto questo suona come l'ennesima ipocrisia. Sfottono i T.d.G. ma io ho visto di peggio li dentro. Da noi si usa dire -il bue che da del cornuto al toro-

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  2. Dopo 35 anni che avevo a che fare con dei focolarini (anche per mè veramente tanti vero?) ho deciso di capirne di più. 5-6 anni fa, siccome le incongruenze che continuavo a vedere erano diventate troppe, ho incominciato a far ricerche su int. ed è qui che ho scoperto che le mie -paturnie- in realtà erano vere reali non erano il frutto di mie assurde fobie allucinazioni e quantaltro. Mi stavano usando, manipolando peggio di un burattino e ciò che era peggio -io dovevo comprendere e capire- Comprendere...capire, cosa? A si! una cosa l'ho capita molto bene, non mi tratterete mai più da burattino. Un grazie a questo sito, mi ha fatto capire che non ero uno scemo, troppo ingenuo sicuramente!

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