La profezia

“L’altruismo è la maschera dorata dell’egoismo e del narcisismo, nient’altro che un'anomala gratificazione.” Lorenzo Licalzi

La strada non presa

Two roads


"...lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza..."

The road not taken - Robert Frost


By F.M.

Provo a spiegare cosa mi ha portato a maturare la decisione di cambiare strada e di prendere le distanze dal movimento dei focolari. Potrei accampare tutta una serie di motivi soggettivi come la situazione di salute nel movimento dei focolari nel primo dopo Chiara, l'aridità della vita di comunità, l'assenza di prospettive, la mancanza di una profonda esperienza di paternità spirituale sia personale che come focolare, la borghesia diffusa e la troppa ricchezza, il fatto che esserci o non esserci non avrebbe cambiato poi niente, la pochezza, talvolta la mancanza di amicizia e di rapporti fraterni fra i focolarini, ecc... In realtà però sono tutti motivi secondari, che hanno un certo peso ma non sono il motivo centrale. La verità é che io ho perso la fede. Per questo, e solo per questo il mio orizzonte senza dio è diventato insopportabile.

"Ciò che più profondamente si cerca nella vita, la cosa che in un modo o nell’altra è stata al centro di ogni esistenza, è la ricerca del padre. Non soltanto il padre della propria carne, non soltanto il padre perduto della propria gioventù, ma l’immagine di una forza e di una sapienza alle quali la fede e la forza della propria esistenza possano essere unite". (Thomas Wolfe)

Io da questo "padre" in un certo senso mi sono sentito rifiutato, e nonostante tutti i miei sforzi non sono riuscito a ritrovarlo. In questo la vita in focolare non mi ha aiutato e spiego perché: la più grande carenza, per come l'ho sperimentata negli ultimi anni, è stata l'assenza di mistica. Ecco perché i ritiri, le serate di focolare, sono stati un'agonia, una tortura! È mancato lo Spirito, la Luce, la Vita. Il patriarca Athenagoras saggiamente ammoniva:

"Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa è una semplice organizzazione, l'autorità è una dominazione, la missione una propaganda, il culto un'evocazione, e l'agire dell'essere umano una morale da schiavi."

È mancata la capacità di sapersi mettere di fronte a Dio e provare a capire cosa chieda, quale strada percorrere, che decisioni prendere, quali pazzie affrontare, quali "no" da dire, ecc… È mancata la mistica, lo ripeto. Io ne ero colmo, credo, almeno per le esperienze passate che sono state come un serbatoio cui ho attinto sino a che é stato possibile. Poi pian piano ho cominciato a consumarmi e spegnermi come una candela. La vita di focolare, non ha fatto altro che prosciugarmi sempre più in fretta, senza darmi o mettermi nelle condizioni di custodire questa fonte e mantenerla zampillante. Sovente dopo qualche ritiro o qualche serata di focolare io mi sentivo "svuotato", "distrutto", sino al punto in cui non sono più riuscito a parteciparvi. Non voglio dare colpe a nessuno, ma voglio essere realista e se mi guardo indietro non posso non constatare questo come un fatto reale. Così mi sono "ammalato" sino al punto che ho iniziato a desiderare più la morte della vita. A questo ho cercato di porre rimedio con tutte le mie forze.

Ho smesso di riconoscermi e non mi sono più ritrovato nelle “forme” della tipica fenomenologia focolarina che si esprime in formule divenute per me senza senso, vuote e una vera tortura. Dal momento in cui mi sono chiamato fuori da questa tipica fenomenologia, il mondo focolarino, in maniera più o meno conscia, ha provato ad espellermi come un elemento estraneo, nello stesso identico modo in cui un organismo cerca con i suoi anticorpi di debellare un'infezione. Forse qualcosa di molto simile a una malattia autoimmune.

Mi sono così più volte chiesto: si può investire la propria felicità nella strada del focolare? Se no, su cosa allora basare la propria felicità e realizzazione? Su Dio? E se Dio non c'è più, come facciamo? Dio, se c'è una cosa che ho capito, è una questione di "noi", non di "io". Il Padre nostro è al plurale: ecco perché se non "funziona" in focolare, senza reciprocità, si é troppo esposti, troppo vulnerabili, senza difese, facili prede dei demoni, personali e collettivi, che senza ritegno alcuno si scatenano.

Il movimento dei focolari mi é sembrato davvero una setta e mi ha fatto paura. Mi ha spaventato l'idea che si organizzano incontri con bambini, teen-agers, cioè persone che non sono in grado di discernere. La mancanza di vocazioni, credo sia paradossalmente una benedizione; sconsiglierei ad alta voce chiunque voglia intraprendere la strada del focolare. Non vorrei avere questa responsabilità. Soprattutto non ammetterei gente che non abbia davvero fatto una vera esperienza di amore, anche sessuale. Non si può rinunciare a qualcosa che non si ha. È semplicemente assurdo. Sono stato così costretto a prendere le distanze per sopravvivere. Mi resta forse un barlume di fede. Un vecchio detto africano rassicura:

"Dio è la felicità che si prova quando si vuol bene a qualcuno". 

La mia fede si è rintanata in queste poche parole. Di più non so e non voglio sapere. Proverò a vivere così, ma fuori da strutture, da organizzazioni, da adunate o affini. Non mi sono più congeniali. Di più: non sono per me più fonte di salute. Devo ammettere di non essere più stato in grado di dare il meglio di me, peggio ancora, di aiutare gli altri a dare il meglio di loro - perché in definitiva questo è il cristianesimo. Ho cambiato strada allora pur sapendo, come insegna Robert Frost, che "una strada conduce verso un'altra".


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Commenti

  1. Anche io sono rimasto un senza dio, nel senso che ho perso le certezze. Nel movimento dei focolari non si può vivere senza la certezza, almeno, di essere "come Chiara". Si perché lei è, o è stata, il surrogato della divinità. Diversamente, ho provato che la mia incertezza si coniuga si con le difficoltà della vita ma anche con la libertà di essere ciò che si è. Grazie 🙏

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  2. Anch'io ho lasciato il focolare per un progressivo inaridimento interiore, chi legge la mia storia sul libro di Ferruccio Pinotti "La setta divina" o sul sito di "OREF' sotto il nome Maria Iarlori, puo' cercare di capire il come ed il perche'. Le pratiche olistiche e la creativita' artistica mi hanno aiutato a ritrovare un equilibrio, uno spazio spirituale che guida il mio cammino, senza etichette e schemi organizzati, che mi soffocano, non cerco piu' di cambiare il mondo ma di portare una goccia di positivo nel mio piccolo universo.

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  3. I find myself so in these words. I am looking for my own spirituality and I find a healing and loving world around me in thousands of ways. A world of real people who love me the way I want to be loved. Thank you, you have expressed it so clearly what a extinguished Focolare does to you.

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  4. Non si può "dare" se non si "riceve". Perché ci si è svuotati di tutto e non si ha più niente. Spesso neppure la salute. La reciprocità del dono è un miracolo che non si può vivere con persone con cui non c'è feeling, persone che non si sono scelte reciprocamente. Grazie per aver raccontato questa esperienza molto personale, la comprendo in tutto. Ci sono passata anch'io, anche se non avevo dato i voti. Nel movimento dei focolari o coincidi con ciò che si è deciso tu debba essere, oppure non sei accettato. Il concetto di amore incondizionato non esiste.

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