“Esiste una differenza tra «verità» e «trasparenza»:
dire il «vero» non significa dire «tutto».”
Maria Michela Marzano
By Francesco Murru
Questo Bilancio come rendiconto di trasparenza, inoltre solleva più domande di quante ne risolva. Con €9,6 milioni di uscite e un disavanzo di €1,5 milioni coperto da riserve accumulate (di cui non si conosce l’entità), l'organizzazione mostra fragilità strutturali mascherate da un linguaggio di comunione. Oltre la metà del budget (€5,2M su €9,6M) viene assorbita da tre voci macro: gestione del Centro internazionale, manutenzione immobili e funzioni media/IT. Solo €1,2 milioni sono esplicitamente destinati a "opere culturali e sociali".
Da una prima analisi dei dati ci sembra di avere a che fare con una gestione economica opaca, autocentrata e potenzialmente insostenibile nel medio termine. La trasparenza dichiarata è selettiva: molta narrativa, pochi dettagli sui soldi. Il movimento dei focolari non è obbligato per legge a questo livello di disclosure (non è quotato, non riceve grandi fondi pubblici). Ma se l'obiettivo dichiarato è "rendere più visibili i risultati della comunione dei beni", l'obiettivo non è stato raggiunto, dispiace. La trasparenza finanziaria è estremamente limitata e presenta diversi segnali d'allarme. Vediamone alcuni.
Assenza di bilancio consolidato:
questo è il segnale d'allarme più grave. Il report stesso dichiara l'impossibilità di presentare un rendiconto unico. Il movimento dei focolari è composto da una galassia di enti giuridici (associazioni, ONG, cooperative, fondazioni) la cui reale situazione patrimoniale ed economica è sconosciuta. I dati forniti riguardano solo il "Centro Internazionale" e un aggregato opaco delle "Zone". È impossibile valutare la salute finanziaria complessiva, il patrimonio netto totale o i flussi di cassa dell'intero movimento.Mancanza di uno stato patrimoniale:
non viene fornito un prospetto delle attività e passività. Le relazioni menzionano ampiamente la "gestione e manutenzione immobili" e "vendita immobili" , implicando un patrimonio immobiliare significativo. L'assenza di un registro di questi asset (valore, proprietà legale, ubicazione) è una grave omissione di governance. Non sappiamo cosa possiede il movimento, né quanto vale.Modello di sostenibilità opaco (la "comunione"):
il motore economico è la "comunione dei beni". Nel 2024, il 92,9% delle entrate del Centro Internazionale deriva da questa fonte. Si tratta essenzialmente di donazioni e lasciti dei membri. Questo modello crea due rischi:- dipendenza critica: l'organizzazione è interamente dipendente dalla lealtà e dalla capacità contributiva dei suoi membri.
- opacità dei flussi: il report non descrive il meccanismo di raccolta e trasferimento. Come vengono trasferiti questi fondi dalle "Zone" al "Centro Internazionale"? Con quale tracciabilità?
Struttura dei costi del Centro Internazionale:
l'analisi delle uscite 2024 del Centro Internazionale è rivelatrice.- costi operativi: sommando "Gestione e servizi" (€2,1M), "Gestione immobili" (€1,6M) e "Media-IT" (€1,45M), si ottengono €5,15 milioni, pari al 53,4% delle spese totali.
- spesa Programmatica/Supporto Esterno: La voce "Sostegno Zone (regioni)" è solo il 5,5% del budget (€532k).
Deficit strutturale coperto da riserve:
il Centro internazionale ha registrato un deficit di €1,5 milioni nel 2024, "coperto da comunione dei beni anni precedenti". Questo significa che l'organizzazione sta erodendo le proprie riserve per coprire le spese operative correnti. È un modello non sostenibile.Triangolazione finanziaria (Centro-Zone):
i dati suggeriscono una dinamica di potere economico centralizzata. Le "Zone" raccolgono fondi, trasferiscono la "comunione" al "Centro", e il "Centro" ne spende la maggior parte per sé, restituendone solo una piccola frazione (il 5,5% nel 2024) come "sostegno".----
La logica economica che sottostà quindi a questo bilancio 2024 è quella di un'organizzazione religiosa che centralizza le risorse per mantenere il cuore spirituale e burocratico. Il "Bilancio di Comunione" così non misura un flusso economico verso i poveri; misura la capacità del Centro Internazionale di Rocca di papa di raccogliere fondi (la comunione dei beni) per sostenere la propria infrastruttura (il Centro) che, a sua volta, produce l'ispirazione (i media, i raduni) che genera le donazioni. È un circolo chiuso che finanzia primariamente se stesso.
La logica economica che sottostà quindi a questo bilancio 2024 è quella di un'organizzazione religiosa che centralizza le risorse per mantenere il cuore spirituale e burocratico. Il "Bilancio di Comunione" così non misura un flusso economico verso i poveri; misura la capacità del Centro Internazionale di Rocca di papa di raccogliere fondi (la comunione dei beni) per sostenere la propria infrastruttura (il Centro) che, a sua volta, produce l'ispirazione (i media, i raduni) che genera le donazioni. È un circolo chiuso che finanzia primariamente se stesso.
Le scelte economiche del movimento dei focolari rivelano che la priorità è l'autoconservazione dell'istituzione cioè il mantenimento dell'infrastruttura centrale e la produzione di contenuti (Media/IT al 15,1%) per garantire la coesione spirituale e la continuità del flusso di donazioni.
Stando a questi dati allora, dove si nasconde il problema? Nella struttura macrocefala, ridondante e multilivello. Questo implica che si moltiplicano i costi di coordinamento senza produrre valore aggiunto. Ad esempio anche solo prendendo in esame i costi di comunicazione pari a € 1.452.926 per “Media e Traduzioni” si capisce che è una cifra spropositata perfino per un medium internazionale strutturato. Per un movimento religioso non profit poi è insolito e indica soprattutto che la comunicazione è “la” priorità strategica interna, non come funzione di utilità pubblica.
Il rendiconto così ad una lettura più critica e non gravata da bias di appartenenza mostra che il costo della struttura è il vero centro di gravità del movimento, non una funzione accessoria. Questa evidenza genera tre conclusioni: Il movimento dei focolari non è un ente sociale con costi di struttura. È una struttura con alcune attività sociali. L’identità organizzativa pesa più della missione. Il bilancio è sostenuto dalla comunione dei beni interna. È un modello che resiste finché i membri donano, restano numerosi e la narrazione del “carisma” regge. Ma se il bacino contributivo si riduce — come è evidente stia accadendo — la struttura diventa ingestibile.
In sintesi, la trasparenza dichiarata è selettiva: il documento offre una narrazione spirituale, ma si rivela opaco sui flussi finanziari, mostrando un modello economico centralizzato e focalizzato sul mantenimento della propria infrastruttura. Dietro il linguaggio spirituale del "Bilancio di Comunione 2024" si nasconde quindi una macchina amministrativa che consuma più di quanto raccoglie.
Alla luce di tutto questo abbiamo formulato dieci domande che il Movimento non può più evitare, se vuole essere credibile quando parla di comunione e di trasparenza.
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Stando a questi dati allora, dove si nasconde il problema? Nella struttura macrocefala, ridondante e multilivello. Questo implica che si moltiplicano i costi di coordinamento senza produrre valore aggiunto. Ad esempio anche solo prendendo in esame i costi di comunicazione pari a € 1.452.926 per “Media e Traduzioni” si capisce che è una cifra spropositata perfino per un medium internazionale strutturato. Per un movimento religioso non profit poi è insolito e indica soprattutto che la comunicazione è “la” priorità strategica interna, non come funzione di utilità pubblica.
Il rendiconto così ad una lettura più critica e non gravata da bias di appartenenza mostra che il costo della struttura è il vero centro di gravità del movimento, non una funzione accessoria. Questa evidenza genera tre conclusioni: Il movimento dei focolari non è un ente sociale con costi di struttura. È una struttura con alcune attività sociali. L’identità organizzativa pesa più della missione. Il bilancio è sostenuto dalla comunione dei beni interna. È un modello che resiste finché i membri donano, restano numerosi e la narrazione del “carisma” regge. Ma se il bacino contributivo si riduce — come è evidente stia accadendo — la struttura diventa ingestibile.
In sintesi, la trasparenza dichiarata è selettiva: il documento offre una narrazione spirituale, ma si rivela opaco sui flussi finanziari, mostrando un modello economico centralizzato e focalizzato sul mantenimento della propria infrastruttura. Dietro il linguaggio spirituale del "Bilancio di Comunione 2024" si nasconde quindi una macchina amministrativa che consuma più di quanto raccoglie.
Più di tutto lascia basiti e pone domande serie la constatazione del fatto che si è in presenza di un peso molto alto dei costi “di struttura/comunicazione”. Ricapitolando solo tre voci “gestione ordinaria + strutture + media/traduzioni” sommano € 5,152 mln ≈ 53,5% delle uscite. Se però includiamo anche “gestione progetti generali, sostegno zone, cittadelle, dialoghi, diffusione, centri di ricerca” i costi para-strutturali arrivano ≈ 84%. Questo lascia solo ~16% alle voci più chiaramente programmatiche (“opere sociali, progetti solidarietà, sostegno straordinario”)." (vedi nota con spiegazione)*
Alla luce di tutto questo abbiamo formulato dieci domande che il Movimento non può più evitare, se vuole essere credibile quando parla di comunione e di trasparenza.
1. Sostenibilità: quanto dureranno le riserve?
Il Movimento copre da anni i disavanzi con le riserve accumulate. Qual è l’ammontare reale di queste riserve e per quanti anni sarà possibile sostenerne l’erosione? Si tratta di fondi liquidi o di patrimonio immobiliare?2. Il costo del Centro internazionale
Oltre 2 milioni di euro vengono spesi per la “Gestione Centro internazionale”. Quante persone vi lavorano, con quali ruoli e contratti? Che percentuale di queste spese è personale e quanta è gestione ordinaria? È prevista una rendicontazione pubblica e dettagliata?3. Il peso della struttura
Nel 2024, oltre l’80% delle spese totali* è andato a costi interni. Come si concilia questo dato con gli standard di trasparenza e buon governo delle organizzazioni non profit, che raccomandano un overhead** non superiore al 30%? Il Movimento intende riequilibrare questa sproporzione?4. Trasparenza dei flussi
La “Comunione dei beni” è il motore economico del Movimento. Quanta parte delle somme raccolte nelle Zone territoriali resta sul posto e quanta confluisce nel Centro internazionale? Esiste un sistema di rendicontazione pubblica e verificabile di questi flussi?5. Il perimetro reale del Movimento
Quante entità giuridiche (fondazioni, cooperative, Onlus, imprese EdC, cittadelle) operano oggi sotto il nome o l’ispirazione dei Focolari? Perché non viene pubblicato un bilancio consolidato mondiale, come accade per altre realtà ecclesiali di dimensione internazionale?6. Le vendite immobiliari
Nel 2024 il bilancio riporta 231 mila euro da “vendita immobilizzazioni”. Quali beni sono stati ceduti e per quali motivi? Si tratta di un piano di razionalizzazione o di una necessità per coprire la gestione corrente?7. Comunicazione e identità
La voce “Media-IT-Traduzioni”, con 1,45 milioni di euro, è tra le più alte del bilancio. A cosa servono concretamente queste risorse? Quanta parte è dedicata alla comunicazione interna e quanta alla missione pubblica del Movimento? Sono stati effettuati audit o gare per la scelta dei fornitori?8. Governance e controllo
Chi approva il bilancio annuale del Movimento? Esiste un organo di revisione indipendente, con competenze economiche e libertà di giudizio? È prevista una revisione legale esterna da parte di una società di revisione riconosciuta?9. Economia di Comunione
Gli aiuti EdC nel 2024 ammontano a 669 mila euro, in calo rispetto a tre anni fa. Con quali criteri vengono assegnati? Sono previste verifiche ex-post sui progetti finanziati e sui beneficiari effettivi?10. Il futuro
Il Movimento dispone di un piano triennale o quinquennale per ridurre i costi di gestione e riportare il bilancio in equilibrio? Quali misure concrete intende adottare per garantire sostenibilità, trasparenza e coerenza con la sua missione spirituale?—-------
*Riepilogo costi di struttura principali
Totale "voci programmatiche": €1.543.697 Percentuale sul Totale: (€1.543.697 / €9.639.641) = 16,01% (arrotondato a 16%)
•"Gestione e servizi del Centro internazionale" (gestione ordinaria): €2.083.941
•"Gestione e manutenzione immobili" (strutture): €1.615.584
•"Media-IT-Traduzioni": €1.452.926
Totale parziale: €5.151.851 (arrotondato a €5,152 mln)
Percentuale sul totale: (€5.151.851 / €9.639.641) = 53,44% (arrotondato a 53,5%)
E se a questa cifra aggiungiamo:
•"Centri e progetti giovanili" (identificabili come "gestione progetti generali"): €747.350
•"Sostegno Zone (regioni)": €532.732
•"Cittadelle internazionali": €601.310
•"Dialoghi": €585.328
•"Diffusione ed eventi": €187.833
•"Centri di ricerca e Archivi storici": €288.940
Si arriva ad un totale "para-strutturale": €8.095.944
Percentuale sul totale: (€8.095.944 / €9.639.641) = 83,99% (arrotondato a 84%)
Per cui alle opere sociali, progetti solidarietà, sostegno straordinario così suddivise resta:
•"Opere culturali e sociali": €1.222.084
•"Progetti per formazione" (identificabili come "progetti solidarietà"): €111.382
•"Sostegno straordinario alle persone in necessità": €210.231
Totale "voci programmatiche": €1.543.697 Percentuale sul Totale: (€1.543.697 / €9.639.641) = 16,01% (arrotondato a 16%)
** Cosa significa unoverhead ≥ 80%?
Esistono benchmark internazionali molto chiari (ONG/Non profit):
- Overhead sano: 15–30%
- Overhead problematico: 30–50%
- Overhead critico: 50–65%
- Overhead non sostenibile: > 70%
Overhead tipico di movimenti religiosi con forte burocrazia interna: 60–75%. Nel caso del movimento dei focolari, se i nostri calcoli non son errati siamo in presenza di un overhead pari a 84%, cioè:
- livello superiore a quello di una burocrazia centrale pesante
- molto superiore a ONG internazionali complesse (Caritas, Save the Children, AVSI, MSF)
- incompatibile con qualsiasi tentativo di valutare l’efficacia dell’impatto sociale.

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