A Loppiano ricordo, i focolari maschili erano denominati col nome del luogo dove sorgevano o con un semplice numero: Casetta 4, Campo Verde, Campo Giallo, Belprato 2, ecc… I focolari femminili invece erano designati col nome della capofocolare, per cui le focolarine dicevano “io sono del focolare della Gianna”, “io sono del focolare della Luisa”, e più la capofocolare era importante e ricopriva altre cariche nel governo della cittadella di Loppiano, più era il prestigio, o presunto tale, poverette - che le focolarine credevano di avere. Questa impostazione e la conseguente stortura risale sino a Chiara perché più si poteva dire di esserle vicino più si poteva dare sfoggio di prestigio. E qui che ha origine il culto della sua personalità: nella pochezza di chi se ne serviva per "essere" qualcuno. Possibile che Chiara non se ne sia mai accorta e abbia tentato di porvi rimedio? Era sotto gli occhi di tutti, soprattutto per il carattere talvolta grottesco di queste schiere di adulanti. Possibile che Chiara sia stata davvero così ingenua?
Ricordo che una delle prime compagne di Chiara, Vale Ronchetti, aveva la solerzia di comunicarle subito con un fax, la buona riuscita di un incontro o una manifestazione del movimento. La Vale, come tutti erano soliti chiamare, aveva portato alle estreme conseguenze questa pratica focolarina e si premurava di scrivere prima dell'incontro il testo da mandare a Chiara un secondo dopo che quest'ultimo fosse terminato. Si prodigava di raccogliere da chi le capitava a tiro le impressioni su un incontro che ancora doveva svolgersi. È certamente una storiella, un aneddoto, pur vero, simpatico, ma che dice bene il parossismo di questo rapporto con Chiara.
Ma é proprio Chiara che ha impostato tutto così, ingenuamente o meno. Cioè per capirci, stiamo parlando di una persona che vedeva i suoi più stretti collaboratori come un’emanazione di sé, tanto da chiamarli pure così: cosa sono infatti i “chiarelli e le chiarelle” o "chiaretti e chiarette"? Che sarebbero dovuti essere i suoi collaboratori e collaboratrici al centro del movimento e i delegati nelle zone. Per tanti anni, infatti, si è sentito ripetere che i capizona fossero un'altra “Chiara” in zona. Alcuni e soprattutto alcune capozona ci hanno creduto davvero purtroppo. Per le focolarine ha giocato forse un ruolo determinante il fatto che Chiara fosse donna, quindi l'identificazione con la fondatrice è stata per loro molto più semplice ma sovente non proprio equilibrata.
Non mi soffermo ad approfondire l’imbarazzo per nomi tipo “Chiaretto” co-fondatore, “Chiarama” (anima di Chiara), Clari o simili. Possibile che la Lubich non si sia resa conto di cosa voleva costituire? Chiara, circondata da chiarelle e chiarelli, attorniata da chiaretti e chiarette? Siamo al tragicomico. C'è però da ammettere che lei stessa, forse rendendosi conto della troppa centralità della sua figura e del suo ruolo, condensò questo suo pensiero nelle ben note parole “... chi mi perde è un'altra me”. Che fa sorridere perché da una parte si chiama fuori per poi subito riprendersi la scena. Se avesse detto "chi mi perde rimette Dio al primo posto" ben altro sarebbe stato il risultato. Non ce la faceva proprio.
Chiara non ha quindi mai fatto nulla o quasi per arginare il culto della sua personalità o ne é stata incapace, proprio perché inconsciamente, voglio sperare, aveva bisogno di essere adorata e di essere rinforzata nella sua narrazione. Aveva un bisogno atavico di “approvazione”. È forse questo il meccanismo che ha generato il culto di Chiara, la vera sfida che il movimento dei focolari ha davanti a sé: riconoscere che c'è un elefante nella stanza, prenderne le misure e decidere il da farsi.
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Tutti siano uno?
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"Unità o uniformità? Sul movimento di Chiara Lubich, i dubbi del cardinale focolarino Braz de Aviz" di Valerio Gigante 23/10/2020 - Tratto da: Adista Notizie n° 38 del 31/10/2020
Durante i 15 anni vissuti nel centrozona del Pakistan - nonostante l'isolamento e la Lontananza dal centro di Roma (non c'erano l'internet ed i telefonini) ricordo che piano piano mi resi conto di una stonatura che all'inizio - dato che il training di Loppiano si faceva ancora sentire potente - era solo una sensazione ma che poi divenne quasi un senso di vergogna. Mi spiego. Li' eravamo in contatto con tanti missionari, tanti ordini religiosi di tutto il mondo, tante persone che nonostante anche sbagli e limiti personali nella maggioranza hanno sinceramente dedicato la vita a migliorare le condizini della minoranza cristiana in un paese musulmano con opere concrete come scuole, case, ospedali. Alcune suore erano cosi' innovative negli anni 80/90 da sostenere programmi di controllo delle nascite. Ed ecco arrivare noi focolarini che ci sentiamo superiori a tutti e li "snobbiamo" cantando le lodi di Chiara Lubich e del suo ideale. Ricordo che la mia capozona chiamava le suore con il termine denigratorio di "suorine". Alla fine mi vergognavo perche' mi rendevo conto che alla fine noi parlavamo soltanto.
RispondiEliminaScusa se mi ripeto ma hai presente vero la parabola del pubblicano e del fariseo al tempio,il fariseo si pone al cospetto di Dio come migliore degli altri...leggete voi la fine della parabola
EliminaAnche da fuori, amici, parenti, ex compagni delle varie realtà che ho incontrato e vissuto, si sono accorti che il mio mondo era chiuso nell 'orbita concentrica della Lubich. L'esterno era funzionale al fare accoliti.
RispondiEliminaMi viene in mente quella finta azione verso il terzo mondo, chiamata Operazione Africa:era una scusa per raccogliere fondi per il movimento (non abbiamo mai saputo quanto soldi avessimo raggranellato per l'Africa) e, per l'appunto, fare proseliti: così vedranno come siamo bravi... FUFFA, . E tutto, ripeto tutto, girava intorno al sommo obiettivo : fare contenta Chiara. Chi nega questo , secondo me, ha due possibilità : ho non ha compreso la natura chiarocentrica del movimento dei focolari oppure lo sa ma ha timore a raccontarselo. In questo caso lo capirei: sarebbe un trauma. Auguri
Errata corrige. Nell'ultimo periodo, dopo i due punti, non c'è il verbo "ho" ma la disgiunzione "o". Grazie 🙏
RispondiEliminacommetto di un focolarino sul web di pochi mesi fà: un fuoriuscito dal movimento non può essere preso in considerazione perchè potrebbe avere motivi di rancore nei confronti del movimento, come un marito che dopo aver divorziato parla male della moglie!!! Infatti(secondo questa tesi) nel processo di Norimberga gli ebrei non dovevano essere ascoltati in quanto avevano dei rancori nei confronti dei nazzisti! Ora se un fuoriuscito dice cosa non va nel movimento lo ritengo alla pari di una coppia che dice cosa non va nel matrimonio, non subito io ho ragione tu che non sei nel mov.hai solo torto, purtroppo io per 40 anni ho visto solo un--tu hai solo torto---. Prima l'ho visto in un gruppo,poi,nel corso degli anni, la cosa si è sempre di più ampliata. Come ho detto io non sono ne nel che del movimento racconto solo ciò che ho visto in questi anni ed è una goccia nell'oceano.A chi è stato/a accusato di essere depresso.....aggiungete voi tutte le offese che conoscete-- dico: lo anno fatto pure con mè come potete pensare che non vi creda!? Per il sig.G.U., quello che lei ha scritto nel suo libro lo confermo,preti di opposte idee scannarsi in nome del loro mov. i danni di tutto ciò dopo 45 anni non sono ancora stati riparati, mi chiedo,io che non frequento la chiesa da allora,MA COME L'AVRA' PRESA GESU' Leggendo di alcune apparizioni di Maria sembra non tanto bene
RispondiEliminaNel movimento bisognava fare tutto ciò che la fondatrice chiedeva,poi a parte qualche dirigente dello stesso tutte le altre focolarine erano occupate a mandare avanti lo stesso mov....ma mi avete descritto un qualche cosa di cristiano oppure un formicaio. Nel movimento tutti dovevano essere delle altre chiara....dei suoi cloni?? un batterio che comincia a dividersi in altri se stesso??? posso dirvi di conoscere alcune gemelle, nel corso degli anni vi assicuro si diversificano pure loro mentre ho VISTO alcune focolarine cercare di essere sempre uguali a c.l. Gesù non ha mai preteso che gli apostoli fossero ne tutti uguali fra di loro ne tantomeno che fossero tutti uguali a lui. Questo, per lo meno, avrebbe dovuto far riflettere chi di dovere
RispondiEliminaCerco di immaginare M. T. di Calcutta se si fosse trovata da viva a vedere un monumento simile, fatto a lei ,nonostante la gentilezza che aveva penso che avrebbe ribaltato le consorelle. eeee è proprio vero non siamo tutti uguali....ma perché nel mov. allora si pretende di esserlo
RispondiEliminaHo mostrato questa foto ad una persona che frequenta la parr. Prima l' ho presentata come se fosse la Madonna poi ho specificato che era c.l. che incedeva trascinando la chiesa e il clero dietro di lei..non mi crede pensa che stia scherzando, la prendo in giro NON E' POSSIBILE
RispondiEliminaGrazie di questo blog. Sono un focolarino ed sto leggendo con molto interesse quello che ha scritto e condividendolo con altri per guardare in faccia tutto quanto è andato storto con altri occhi (letteralmente).
RispondiEliminaSono un Volontario dal 1968 che ha avuto anche responsabilità nella branca. Vi ringrazio perché serve avere altre chiavi di lettura della vita del movimento e della sua fondatrice. Dissento dall' analisi fatta però sul culto della personalità addirittura coltivato da Chiara. Ero anch'io infastidito dai codazzi di infervorati che "soffocavano" Chiara ma qualcuno a cui aveva "risolto" la vita era abbastanza naturale la idealizzasse. Di mio osservo:se Chiara aveva in sé il culto della personalità avrebbe accettato il voto di "caterinate" da Foco. Ho avuto la fortuna di esserci in prima fila nel 1986 quando è stato inaugurato il Centro Mariapoli di Cadine. Era il momento forse di massima espressione del movimento. Tre ore di interventi euforici da membri di altre religioni e con stupore anche da parte del vescovo di Trento, Mons. Sartori, che non era proprio un focolarino. Ricordo che il Vescovo al termine rivendicando il suo ruolo nella Chiesa locale intimava a Chiara di tornare presto a Trento tra l'euforia generale. .In prima fila volutamente non ho mai staccato gli occhi da Chiara per leggere le due reazioni emotive. Stupore...nelle oltre 3 ore di apologia del movimento non l'ho mai vista compiacersi e anzi nel saluto al termine ha riportato tutti con i piedi per terra esortando di infiammare di amore divino la città....solo in quel caso sarebbe tornata per vedere realizzato il suo sogno di vedere incendiata di Amore la sua città. .Ero presente anche quando in visita a Trento papa Vojtila ha parlato di connessione stretta da approfondire tra concilio di Trento e Chiara trentina....e il testo non gliel"aveva di certo scritto Chiara.
RispondiEliminaStai MOLTO attento perché la fiaba - i vestiti del rè- gira già da centinaia di anni...ti dovrebbe bastare..ed avvanzare...se vuoi vedere
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