La profezia

“L’altruismo è la maschera dorata dell’egoismo e del narcisismo, nient’altro che un'anomala gratificazione.” Lorenzo Licalzi

Il culto della personalità di Chiara Lubich

Culto della personalità


"I credenti inventano la loro creatura,
poi gli tributano un culto:
è il principio stesso dell'alienazione.“
Michel Onfray



by F.M.

Cominciamo con una definizione: Il culto della personalità è una forma di
idolatria caratterizzata dall'assoluta devozione a un leader attraverso l'esaltazione acritica del suo pensiero, della sua vita e delle sue capacità, fino al punto che si arriva ad attribuirgli doti divine e di infallibilità. 

Ricordo che da ragazzino il mio primo contatto col movimento dei focolari fu una famiglia di interni che mi adottò quasi come un figlio. L'affetto disinteressato e le tante premure mi colpirono e volli conoscere il loro mondo e quello che vivevano. Mi raccontarono di Chiara Lubich, delle sue prime compagne, i famosi primi tempi (vedi qui), ecc... Io nella mia assoluta innocenza di tredicenne, scevra completamente da polemiche o distinguo cui non sarei stato capace, chiesi: "Ma dopo che Chiara non c'é più, che si fa?". 

A ripensarci ora, così sprovveduto evidentemente non ero, avendo centrato al primo colpo il vero problema del movimento dei focolari, il classico elefante nella stanzaChiara Lubich. La sua ingombrante personalità, il suo accentrare tutto a sé - basti pensare alla similitudine con la rosa mistica a lei tanto cara - questo suo porsi da mediatrice  fra Dio e le anime (vedi qui), la sua insaziabile sete di proseliti e traguardi, le sue manie di grandezza. Sono tutti problemi che ho imparato a conoscere nel corso degli anni. Ma non sono passati inosservati neppure alle gerarchie della chiesa tanto che il cardinale amico dei focolarini, Braz de Aviz, recentemente ha confessato:

«Oggi trovo molte difficoltà col movimento. Ci sono varie questioni sulle quali non ho potuto confrontarmi, perché esistono dei blocchi che non ti permettono di entrare in dialogo; questo mi dispiace moltissimo perché il carisma dell’unità trova questi muri che non ti permettono il confronto. Per me questa situazione è come una domanda che non trova risposte. Mi trovo a volte più a casa nella Chiesa, con tutti i suoi peccati, che dentro il movimento dei focolari. Non me ne voglio allontanare, però non trovo modo di dialogare con apertura, con libertà».*

Il motivo é molto semplice: per un dialogo proficuo "con apertura e libertà" col movimento dei focolari bisogna "criticare" Chiara, il suo ruolo, il suo culto, la sua personalità. Sarebbe necessario incominciare a compiere dei distinguo che aiuterebbero a sbarazzarsi della narrazione "siamo i più bravi, i migliori, salveremo la chiesa e l'umanità..." e forse darebbero qualche speranza di futuro. Servirebbe una commissione di esperti esterna al movimento che analizzasse il pensiero di Chiara, la sua evoluzione, la sua vita, i suoi scritti, sopratutto i paradisi del '49, la salute precaria e infine il suo rapporto con le prime compagne e compagni. Insomma una seria patografia che una volta per tutte dia un quadro più realistico e meno apologetico della Lubich. 

Con gli anni mi sono reso conto che il ruolo di Chiara, il culto imbarazzante della sua persona che si esprimeva in varie forme che tralascio, erano enfatizzate ahimè dal suo cerchio magico: le sue prime compagne e alcuni dei primi focolarini, tutte e tutti corresponsabili di un certo tasso di storture incrostatesi nella struttura e nello sviluppo del movimento come anche nella gestazione e mantenimento del culto di Chiara. (vedi link) A questo proposito:

"Il pretendente messianico di solito è una personalità forte, ma non per questo può portare a termine il suo impegno da solo. Gli occorre un gruppo di fedeli che lo sostengono nel momento di proclamare il messaggio e di organizzare il movimento: un collettivo destinato a preparare la trasformazione dell’ordine del mondo deve essere gestito in modo efficiente e disciplinato per conquistare nuovi adepti. I livelli sociali nel progetto di una comunità messianica non sembrano mai ridursi, dunque, al messia sulla sommità e la massa alla base, ma dispongono invece di un terzo elemento che agisce da intermediario tra i due estremi: un gruppo di individui particolarmente fedeli, discepoli o apostoli, che formano una sorta di piccola corte intorno al messia. Questa stratificazione a tre livelli sovrapposti con un gruppo di intermediari è un elemento reiterato negli studi sui movimenti messianici che si basano su rapporti di dominio e subordinazione." (Fernando Bermejo-Rubio)

E anche nel movimento dei focolari, a partire da Chiara leader indiscussa, si é instaurata una dinamica di subordinazione che poi si é ripetuta ai vari livelli della vita di focolare, sopratutto nella gestione dell'autorità e nel rapporto con i responsabili. Fenomeno da cui scaturì quel tentativo di riforma del movimento dei focolari che si chiama "rinnovamento", andato in porto a metà perché le focolarine non ne vollero sapere bypassando Chiara e impedendone la conoscenza e l'attuazione nei focolari femminili. Proprio loro che ne avrebbero avuto così bisogno, e se ne sarebbero certamente giovate. Si reputavano migliori dei focolarini che a dir loro "non facevano unità" a Chiara. Ma "il superbo si irrigidisce, va indietro e si chiude nella sua ripetizione, si sente sicuro di ciò che conosce e teme, teme sempre il nuovo perché non può controllarlo, se ne sente destabilizzato." E il conto da pagare si presenta salato.

Come ho sottoline
ato nel post precedente, Chiara si è sempre scelta le compagne con cui vivere e i suoi più stretti collaboratori: una corte di "yes-men & women" che purtroppo non hanno mai avuto il coraggio di contraddirla, ma peggio non hanno perso occasione per confermarle la sua eccezionalità, il suo essere vicaria della madonna in terra, quando non anche la madonna stessa. 

Basti pensare a tutte le canzoni scritte dal gen verde e gen rosso (i complessini musicali del movimento) in suo onore ma segretamente dedicate a Chiara. Un esempio tra tanti questa canzone imbarazzante (vedi link): "...amore, amore, amore ci fai gridare!". No comment.

Emblematica é la scultura di Benedetto Pietrogrande nella cappella del centro Mariapoli di Castelgandolfo che ritrae la madonna con le sembianze di Chiara. (vedi immagine in apertura del post). Le hanno fatto credere di essere portatrice di un carisma unico e irripetibile che avrebbe dovuto salvare e chiesa e umanità. L'hanno sostenuta e confermata nei suoi deliri mistici e hanno vissuto di luce riflessa sgomitando fra di loro, non senza invidie e gelosie, per guadagnarsi un posto più vicino a lei e poi pavoneggiarsi di un rapporto diretto con la fondatrice, in definitiva con Dio quindi. Nevrosi collettiva.

Sarebbe interessante, invece, stilare una lista di tutti quelli che non si sono prestati a questo gioco e hanno provato a far ragionare Chiara o hanno posto dei distinguo alle sue manie di grandezza. Sono tutte persone che hanno pagato con l'allontanamento o peggio con la "damnatio memoriae" l'aver voluto ascoltare prima la propria coscienza. Il cardinale Newmann diceva che la "propria coscienza viene prima del papa", figurarsi quindi di Chiara. Ma lei, come vicaria della madonna, ha avuto pure l'ardire di "comandare" il vicario di Cristo, il papa, a modello delle nozze di Cana. Ci è riuscita con Giovanni Paolo II che avrebbe dovuto e potuto mettere un freno alle manie di grandezza della Lubich, ma ahimè non l'ha fatto. Ne ha esaltato il "genio femminile" e ha acconsentito che il movimento avesse sempre alla sua guida una presidente donna. Saranno i posteri e il tempo a valutare le ricadute di questa scelta, e dire se ha avuto ragione. A mio modesto parere quest'incauta decisione non ha fatto altro che rinforzare un'altra stortura tipica focolarina: un tocco troppo femminile, un disequilibrio che ha avuto conseguenze nefaste. L'impostazione matriarcale che la Lubich ha dato alla sua opera é stato un errore madornale. 

A Loppiano ricordo, i focolari maschili erano denominati col nome del luogo dove sorgevano o con un semplice numero: Casetta 4, Campo Verde, Campo Giallo, Belprato 2, ecc… I focolari femminili invece erano designati col nome della capofocolare, per cui le focolarine dicevano “io sono del focolare di Gianna”, “io sono del focolare di Luisa”, e più la capofocolare era importante e ricopriva altre cariche nel governo della cittadella di Loppiano, più era il prestigio, o presunto tale, poverette - che le focolarine credevano di avere. Questa impostazione e la conseguente stortura risale sino a Chiara perché più si poteva dire di esserle vicino più si poteva dare sfoggio di prestigio. E qui che ha origine il culto della sua personalità: nella pochezza di chi se ne serviva per "essere" qualcuno. Possibile che Chiara non se ne sia mai accorta e abbia tentato di porvi rimedio? Era sotto gli occhi di tutti, soprattutto per il carattere talvolta grottesco di queste schiere di adulanti. Possibile che Chiara sia stata davvero così ingenua?

Ricordo che una delle prime compagne di Chiara, Vale Ronchetti, aveva la solerzia di comunicarle subito con un fax, la buona riuscita di un incontro o una manifestazione del movimento. La Vale, come tutti erano soliti chiamare, aveva portato alle estreme conseguenze questa pratica focolarina e scriveva prima dell'incontro il testo da mandare a Chiara un secondo dopo che quest'ultimo fosse terminato. Si prodigava a raccogliere da chi le capitava a tiro le impressioni su un incontro che ancora doveva svolgersi. È certamente una storiella, un aneddoto, pur vero, simpatico, ma che dice bene il parossismo di questo rapporto con Chiara.

Ma é proprio Chiara che ha impostato tutto così, ingenuamente o meno. Cioè per capirci, stiamo parlando di una persona che vedeva i suoi più stretti collaboratori come un’emanazione di sé, tanto da chiamarli pure così: cosa sono infatti i “chiarelli e le chiarelle” o "chiaretti e chiarette"? Che sarebbero dovuti essere i suoi collaboratori e collaboratrici al centro del movimento e i delegati nelle zone. 
Per tanti anni, infatti, si è sentito ripetere che i capizona fossero un'altra “Chiara” in zona. Alcuni e soprattutto alcune capozona ci hanno creduto davvero purtroppo. Per le focolarine ha giocato forse un ruolo determinante il fatto che Chiara fosse donna, quindi l'identificazione con la fondatrice è stata per loro molto più semplice ma sovente non proprio equilibrata. 

Non mi soffermo ad approfondire l’imbarazzo per nomi tipo “Chiaretto” co-fondatore, “Chiarama” (anima di Chiara), Clari o simili. Possibile che la Lubich non si sia resa conto di cosa voleva costituire? Chiara, circondata da chiarelle e chiarelli, attorniata da chiaretti e chiarette? Siamo al tragicomico. C'è però da ammettere che lei stessa, forse rendendosi conto della troppa centralità della sua figura e del suo ruolo, condensò questo suo pensiero nelle ben note parole “... chi mi perde è un'altra me”. Che fa sorridere perché da una parte si chiama fuori per poi subito riprendersi la scena. Se avesse detto "chi mi perde rimette Dio al primo posto" ben altro sarebbe stato il risultato. Non ce la faceva proprio.

Chiara non ha quindi mai fatto nulla o quasi per arginare il culto della sua personalità o ne é stata incapace, proprio perché inconsciamente, voglio sperare, aveva bisogno di essere adorata e di essere rinforzata nella sua narrazione. Aveva un bisogno atavico di “approvazione”. È forse questo il meccanismo che ha generato il culto di Chiara, la vera sfida che il movimento dei focolari ha davanti a sé: riconoscere che c'è un elefante nella stanza, prenderne le misure e decidere il da farsi. 


Prossimo post
Tutti siano uno?
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"Unità o uniformità? Sul movimento di Chiara Lubich, i dubbi del cardinale focolarino Braz de Aviz" di Valerio Gigante 23/10/2020 - Tratto da: Adista Notizie n° 38 del 31/10/2020

Commenti

  1. Durante i 15 anni vissuti nel centrozona del Pakistan - nonostante l'isolamento e la Lontananza dal centro di Roma (non c'erano l'internet ed i telefonini) ricordo che piano piano mi resi conto di una stonatura che all'inizio - dato che il training di Loppiano si faceva ancora sentire potente - era solo una sensazione ma che poi divenne quasi un senso di vergogna. Mi spiego. Li' eravamo in contatto con tanti missionari, tanti ordini religiosi di tutto il mondo, tante persone che nonostante anche sbagli e limiti personali nella maggioranza hanno sinceramente dedicato la vita a migliorare le condizini della minoranza cristiana in un paese musulmano con opere concrete come scuole, case, ospedali. Alcune suore erano cosi' innovative negli anni 80/90 da sostenere programmi di controllo delle nascite. Ed ecco arrivare noi focolarini che ci sentiamo superiori a tutti e li "snobbiamo" cantando le lodi di Chiara Lubich e del suo ideale. Ricordo che la mia capozona chiamava le suore con il termine denigratorio di "suorine". Alla fine mi vergognavo perche' mi rendevo conto che alla fine noi parlavamo soltanto.

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    1. Scusa se mi ripeto ma hai presente vero la parabola del pubblicano e del fariseo al tempio,il fariseo si pone al cospetto di Dio come migliore degli altri...leggete voi la fine della parabola

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  2. Anche da fuori, amici, parenti, ex compagni delle varie realtà che ho incontrato e vissuto, si sono accorti che il mio mondo era chiuso nell 'orbita concentrica della Lubich. L'esterno era funzionale al fare accoliti.
    Mi viene in mente quella finta azione verso il terzo mondo, chiamata Operazione Africa:era una scusa per raccogliere fondi per il movimento (non abbiamo mai saputo quanto soldi avessimo raggranellato per l'Africa) e, per l'appunto, fare proseliti: così vedranno come siamo bravi... FUFFA, . E tutto, ripeto tutto, girava intorno al sommo obiettivo : fare contenta Chiara. Chi nega questo , secondo me, ha due possibilità : ho non ha compreso la natura chiarocentrica del movimento dei focolari oppure lo sa ma ha timore a raccontarselo. In questo caso lo capirei: sarebbe un trauma. Auguri

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  3. Errata corrige. Nell'ultimo periodo, dopo i due punti, non c'è il verbo "ho" ma la disgiunzione "o". Grazie 🙏

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  4. commetto di un focolarino sul web di pochi mesi fà: un fuoriuscito dal movimento non può essere preso in considerazione perchè potrebbe avere motivi di rancore nei confronti del movimento, come un marito che dopo aver divorziato parla male della moglie!!! Infatti(secondo questa tesi) nel processo di Norimberga gli ebrei non dovevano essere ascoltati in quanto avevano dei rancori nei confronti dei nazzisti! Ora se un fuoriuscito dice cosa non va nel movimento lo ritengo alla pari di una coppia che dice cosa non va nel matrimonio, non subito io ho ragione tu che non sei nel mov.hai solo torto, purtroppo io per 40 anni ho visto solo un--tu hai solo torto---. Prima l'ho visto in un gruppo,poi,nel corso degli anni, la cosa si è sempre di più ampliata. Come ho detto io non sono ne nel che del movimento racconto solo ciò che ho visto in questi anni ed è una goccia nell'oceano.A chi è stato/a accusato di essere depresso.....aggiungete voi tutte le offese che conoscete-- dico: lo anno fatto pure con mè come potete pensare che non vi creda!? Per il sig.G.U., quello che lei ha scritto nel suo libro lo confermo,preti di opposte idee scannarsi in nome del loro mov. i danni di tutto ciò dopo 45 anni non sono ancora stati riparati, mi chiedo,io che non frequento la chiesa da allora,MA COME L'AVRA' PRESA GESU' Leggendo di alcune apparizioni di Maria sembra non tanto bene

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  5. Nel movimento bisognava fare tutto ciò che la fondatrice chiedeva,poi a parte qualche dirigente dello stesso tutte le altre focolarine erano occupate a mandare avanti lo stesso mov....ma mi avete descritto un qualche cosa di cristiano oppure un formicaio. Nel movimento tutti dovevano essere delle altre chiara....dei suoi cloni?? un batterio che comincia a dividersi in altri se stesso??? posso dirvi di conoscere alcune gemelle, nel corso degli anni vi assicuro si diversificano pure loro mentre ho VISTO alcune focolarine cercare di essere sempre uguali a c.l. Gesù non ha mai preteso che gli apostoli fossero ne tutti uguali fra di loro ne tantomeno che fossero tutti uguali a lui. Questo, per lo meno, avrebbe dovuto far riflettere chi di dovere

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  6. Cerco di immaginare M. T. di Calcutta se si fosse trovata da viva a vedere un monumento simile, fatto a lei ,nonostante la gentilezza che aveva penso che avrebbe ribaltato le consorelle. eeee è proprio vero non siamo tutti uguali....ma perché nel mov. allora si pretende di esserlo

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  7. Ho mostrato questa foto ad una persona che frequenta la parr. Prima l' ho presentata come se fosse la Madonna poi ho specificato che era c.l. che incedeva trascinando la chiesa e il clero dietro di lei..non mi crede pensa che stia scherzando, la prendo in giro NON E' POSSIBILE

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